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Le strade del terrore

Creato il 04 gennaio 2011 da Carlo_lock
In qualunque città, se riesco e se posso, vado alla ricerca delle strade periferiche per ammirarle o quasi per intimorirmi. Cerco il tenebroso e il pericolo ed è forse la ricerca di desolazione che fa crescere insieme il terrore, lo sgomento, lo stupore sublime.
Ecco, è proprio il sublime come lo intendeva Edmund Burke ciò che vado cercando, quando il terrore o l'orrore si fa bello, quando lo spavento può avere un lecito senso.
Da anni progetto un filmino visionario sulle periferie è una mia fissazione.
Ho individuato almeno tre tipologie di strade del terrore, che sono le seguenti:
1) strade vicino alle ferrovie, quelle separate dagli steccati e contornate da fabbriche dismesse. Passeggiare vicino a un binario di un treno, specie se a cielo aperto è qualcosa che mi ha sempre messo paura.
2) strade con architetture livide, improntate sul verticalismo, grandi spazi aperti, facciate di costruzioni senza finestre, poca illuminazione, meglio se da una parte c'è dell'abitato e dall'altra una fabbrica o un palazzo in costruzione.
3) strade poco illuminate, deserte e con molto verde, nessun negozio, case fatiscenti o molto popolari, ma possono esserci anche musei, architetture moderne, torrioni di acquedotto.
4) strade di campagna vere e proprie, meglio se maltenute, con muschi, rigagnoli d'acqua, rogge, spazzatura e case diroccate tutto intorno.
Le ultime due sono quelle più paurose.....ma a parte questa categorizzazione generale è la singola via che può essere o non essere inquietante; non è detto quindi che se si trovano viali che rispondono alle descrizioni sopra citate siano necessariamente degne di entrare a far parte del sublime "terrore", anche perché visitarli di giorno o di notte vi è una radicale differenza: una stessa via apparentemente tranquilla di giorno, può essere assolutamente ansiogena in un tramonto invernale di un pomeriggio festivo o, peggio, alle due di notte.
Vi sono dei criteri di massima, ma ogni strada è una storia a sé. In Italia credo che le periferie più mortuarie si hanno a Roma, Torino e Milano. Le periferie romane sono monumentali e piene di verde, spesso maltenute....sono tremende!
Ma anche Milano si difende bene...Grazie anche al magico "street view" di Google ho individuato alcune aree assolutamente "lassative". E se qualcuno magari crede che siano soltanto Quarto Oggiaro o Gratosoglio (i quartieri storicamente più degradati di Milano), si sbaglia di grosso. Il peggio (o il meglio) si trova prima di tutto attorno all'ospedale di Niguarda, lunghi viali o vie private senza collegamento, che finiscono in vicoli senza uscita, in prati o in svincoli, un ambiente ostile, che nasconde il torbido, il criminale, unito a una magica e sinistra atmosfera resa anche dai pochi spazi verdi o da villette neo-gotiche (e lo stesso si può dire per un tratto che costeggia via Arbe o viale Zara); come zona industriale un po' futurista non dimentichiamo la Bicocca e la stazione di Greco, purtroppo riqualificata. Sono passati i tempi in cui si passeggiava con terrore la domenica pomeriggio in mezzo ai giganti capannoni industriali; poi non dimentichiamoci la zona sud-est (Ripamonti, Corvetto, Morsenchio e Ponte Lambro), case più basse, manca il verticalismo della zona nord, ma si respira una tremenda sensazione minacciosa legata al nulla più desolante , sono vecchie strade di campagna, rivestite di industria, il peggio che si può trovare. Viale Ortles col suo dormitorio pubblico è la strada maestra per cominciare a inoltrarsi in questo girone da cardiopalma, soprattutto nelle ore notturne. In particolare via Corrado il Salico è una via difficilmente raggiungibile (in quanto non visibile, in macchina bisogna addentrarsi in un dedalo intricato), ma una volta entrati si prosegue per questa stradina affiancata da una roggia, con un limitato spazio di movimento, tra le auto in sosta e le facciate dei palazzi..Poi il canale termina, tutto si assottiglia di nuovo, l'illuminazione cessa di esserci e l'unica cosa che si può fare è andare avanti,andare avanti, lungo una curva, in una prosecuzione che si chiama via Morivione, un cunicolo stretto, sembra di entrare nello stomaco di una balena, si ha il terrore che prima o poi la strada sia sbarrata e non si possa più tornare indietro..e invece poi c'è un respiro di sollievo e si risbuca in via Ripamonti.
Questa è solo una delle tante strade....da percorrere o non percorrere, a seconda del vostro grado di pazzia. Ma noi creativi o artisti lo possiamo sempre fare, l'ideale però sarebbe andarci almeno in due o tre. Se si buca una gomma in una di quelle strade alle undici di sera...bè, insomma...so' cazzi. Voi che dite?

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