Poche volte mi è capitato di trovarmi, come in questa occasione, completamente d'accordo con le idee di una persona che non conoscevo; seguendo su
Linkedin un gruppo che si occupa di
strategie competitive e modelli di business, questa mattina mi è capitato di leggere un articolo postato da Luciano Rocchi, Direttore Commerciale Italia presso Oleificio Coppini Angelo S.p.A.
Rocchi, in termini chiari, analizza le ragioni che, anche in questo momento di crisi, permettono ad alcune aziende non solo di sopravvivere ma, addirittura, di crescere sia sul mercato nazionale che su quelli internazionali. Non aggiungo altro perchè ,autorizzato da Rocchi, riproduco, quì di seguito il suo articolo.
Certo il momento è difficile e il pessimismo dilaga. L’unica consolazione, per molti, è sentire che gli altri stanno peggio. All’interno delle aziende e delle famiglie regna la paura e lo scoraggiamento. Non si parla più di sviluppo e di investimenti, ma di licenziamenti, di cassa integrazione, di mobilità e in questi ultimi anni anche di delocalizzare all’estero. Il clima che si respira è di ostilità verso le aziende e di sfiducia nel futuro. Le conseguenze di questi stati d’animo non fanno che aggravare una situazione già difficile. Da questo stato di cose, da queste debolezze così diffuse, c’è chi ha colto opportunità straordinarie di crescita. Se ne parla poco, ma credo sia interessante e utile per tutti, capire come è stato possibile. Sono Aziende che fanno poco rumore, vanno avanti per la loro strada in silenzio macinando risultati positivi. Mi riferisco a quelle imprese , poche purtroppo in Italia e molte in Germania, ad esempio, che non si sono limitate, negli anni passati, al rinnovamento tecnologico, alle innovazioni produttive e alla riduzione dei costi, per competere. Ma hanno capito che la qualità dei loro uomini e delle loro donne, a tutti i livelli, la loro capacità di fare squadra, il loro essere compatti e uniti negli obiettivi, avrebbe fatto la differenza sul mercato, in termini competitivi.
In queste imprese non vi lavorano dei superman, ma più semplicemente persone motivate, preparate e cariche di entusiasmo. Anche in questo modello di aziende si tende sempre a comprimere i costi e a far crescere la produttività. Lo si fa però in un clima sereno e ricercando la massima condivisione alla soluzione dei problemi. Direi che in queste aziende si mette in moto un volano che spinge le persone a fare sempre meglio. Obiettivo dopo obiettivo, tutti, sottolineo tutti, sono coinvolti, nel buon andamento della loro azienda. Questi gruppi di lavoro sono consapevoli e coscienti che per vincere sul mercato devono essere necessariamente più bravi dei diretti concorrenti. Lo fanno senza costrizioni, spontaneamente perché si è formata in ognuno di loro quella mentalità di squadra vincente, che era utile anche negli anni passati ma che oggi è diventato un elemento indispensabile, in questa competizione così globale e selvaggia. Prevalgono l’ottimismo e di voglia di fare, l’orgoglio del proprio lavoro e la soddisfazione dei buoni risultati conseguiti dalla propria Azienda. Si favorisce, insomma, in questi modelli di aziende il nascere di un processo virtuoso, dove la concordia e l’armonia prendono il posto della rabbia e della rassegnazione. Attenzione! Non si tratta di un modello buonista, dove prevale il principio del “volemose bene”.
E’ invece, una strategia aziendale che punta su un vantaggio competitivo a partire dal valore delle persone e dalla compattezza della squadra. Le persone si sentono protagoniste del destino della loro azienda e spontaneamente danno il meglio di se con senso di responsabilità. Non si lavora con il “sangue amaro” pieni di astio verso tutto e tutti, perché l’azienda viene percepita come bene comune da difendere dalle insidie di concorrenti vicini e lontani. Se ne parla poco di queste imprese, neanche i media sembrano tanto interessati ai loro successi. Capisco che fanno più notizia le situazioni di crisi. Ma oggi nel mezzo di una tempesta economica senza precedenti, dove tantissimi imprenditori e lavoratori lottano per la vita delle loro aziende e per la difesa dei loro posti di lavoro, credo sia utile analizzare e far conoscere anche quei modelli di aziende vincenti che crescono, che investono, che assumono personale e che conquistano nuove posizioni di mercato in Italia e nel mondo. Se non altro per indicare una strada e dare un po’ di speranza a chi l’ha persa del tutto."