Le “tasse occulte”

Creato il 21 gennaio 2012 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Vito Schepisi il 21 gennaio | ore 13 : 47 PM


RAGIONIAMO UN PO’!

Monti rivolto agli italiani ha detto: “Vi tolgo le tasse occulte”.
Cacchio, ho pensato! … ma ora ci vuole l’applauso?
Sono un tipo difficile, però! Qualcuno direbbe un rompimarroni! Non mi accontento mai!
Subito prendo biro e carta e provo a fare due conti.

Da dove cominciamo?

Dalle banche? Dai servizi? Dai taxi? Dai giornalai? Dalle tariffe? Dai crediti delle imprese verso lo Stato? Dalle medicine? Dal provvedimento per lanciare le ferrovie di Montezemolo? Dai benzinai? (il costo del carburante è determinato da: accise per il 52%; costo del greggio per il 38%; lavorazione, trasporto, spese di distribuzione, aggio per i benzinai per il restante 10%, cioè circa 17 centesimi) Dai notai? Dalla scatola nera da montare sulla mia autovettura? Dall’abolizione delle tariffe minime e massime dei professionisti? Dalla separazione di Snam da Eni per la fornitura del gas? Dai giovani che mettono su una srl senza capitali di rischio? (con quali soldi?) Dal tentativo estorsivo verso chi ci fornisce 3 canali televisivi gratuiti? Sono ancora con questa benedetta biro in mano e con il foglio ancora bianco.

MA DOVE SONO QUESTE “TASSE OCCULTE” CHE MONTI MI HA TOLTO?

Le liberalizzazioni vanno anche bene. E’ importante stabilire per principio che si possano sciogliere quei vincoli che impediscono le iniziative dei privati e l’elasticità delle gestioni. Si è aperta una breccia nel circuito chiuso della burocrazia e delle caste. Per ora, però, il profilo è rimasto molto basso. Sembrano più favori ad alcuni e vendette per altri. Ci vorrebbe sempre maggior coraggio e più equità.

Liberalizzazione vuol dire anche elasticizzare il mercato del lavoro e tagliare il fardello burocratico che mozza le gambe alle piccole imprese, tartassate e oberate da migliaia d’incombenze. La normativa (con le scadenze quasi sempre collegate ai pagamenti) cambia giorno per giorno, rendendo necessario un aggiornamento costante. Un impegno che per i piccoli imprenditori è impossibile da seguire, senza dover abbandonare il lavoro d’impresa. E, già in sofferenza per la crisi finanziaria, con la cassa a rosso per il calo della domanda e per la riduzione del fatturato, le piccole imprese devono anche sobbarcarsi i costi dei consulenti. Ma per queste cose non ci sono liberalizzazioni!? E non ci sono liberalizzazioni per le aziende gestite dalla politica, soprattutto negli enti locali.

Monti ha tenuto ad informarci, però, che ora si passerà (ma Passera si scrive con l’accento sulla “a” o no?) alla terza fase … quella dei tagli!
Può apparir strano … ma l’opzione tagli resta per ultima. Come quelli che dicono sempre … da domani!
Chissà perché?
Vito Schepisi


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