Albrecht Dürer, Rinoceronte, xilografia
Oggi per la rubrica decorestauro, vi voglio parlare delle tecniche ad incisione.Queste sono tutte tecniche di produzione di stampe, ricavate da matrici di legno (xilografia, di cui parleremo), o di rame (acquaforte, di cui già ne parlo in un altro articolo di questa rubrica), il cui nome deriva dal fatto che la matrice viene preparate incidendovi l'immagine con punte di acciaio oppure con acido. Non va confusa con le tecniche dalle quali si ricavano impressioni derivate da matrici in pietra (litografie, di cui vi parlerò). In questo caso la matrice viene preparata con un disegno eseguito a matita, a penna e a pennello. In tutti i casi l'immagine si ottiene premendo un foglio di carta sulla matrice inchiostrata, a mano o a macchina.Xilografia, incisione su rame e litografia hanno in comune il carattere seriale nel senso che l'ideazione si concentra nella preparazione della matrice, dalla quale possono essere tratte numerose copie di esemplari.Nella storia queste tecniche fanno i primi passi in Egitto e in Cina, nel VII secolo a.C. I cinesi usavano in un primo momento il metodo xilografico per la controimpressione delle stoffe, passando poi anche alla scrittura. Il testo era scritto su un foglio di carta e riportato a decalco su un piano di legno che veniva inciso a rilievo con i caratteri al rovescio e successivamente inchiostrato.Il metodo xilografico è il più antico tra tutti i metodi di stampa e arrivò in Europa verso il XIV secolo per la produzione di carte da gioco. Successivamente il processo si estese anche alla produzione di immagini religiose e di veri e propri libri (i cosiddetti libri xilografici) ottenuti dall'incisione di intere frasi o paragrafi (da qui Gutenberg ricaverà l'idea dei caratteri mobili prima in legno e poi in piombo).Mentre tra i precursori dell'utilizzo della tecnica dell'acquaforte, nata in ambito nordico per la decorazione delle armi, vi fu Francesco Mazzola, detto il Parmigianino (1508 - 1540), che sperimentò, grazie alla sua passione per l'alchimia, un nuovo metodo d'incisione su metallo per mezzo di un acido che aveva il potere di corrodere il metallo. L'acido utilizzato, il nitrico, venne chiamato "Acquaforte". Si interessarono a questa nuova tecnica per creare "incisioni originali" (cioè incise di propria mano) diversi artisti quali: Agostino Carracci, il Veronese, il Correggio, il Canaletto, il Tiepolo, Rubens e Van Dyck. È importante ricordare l'opera incisoria di Rembrandt, maestro dell'acquaforte. Fu lui infatti a liberarla dall'imitazione dell'incisione a bulino. Ricordiamo nel Settecento la produzione incisoria del Tiepolo (1696 - 1770) di Antonio Canal (1697 - 1788) il Canaletto, e dell'architetto Giovan Battista Piranesi (1720 - 1788) che pare abbia inciso non meno di 1000 lastre.Nell'Ottocento si manifesta il declino dell'acquaforte come tecnica di stampa per l'apparire della litografia che permetterà una più veloce e ampia edizione dei soggetti. Gli artisti continuarono a sperimentare le tecniche di incisione ad acquaforte come mezzo per raggiungere risultati espressivi impossibili con il disegno o la pittura. Cominciarono a sorgere le calcografie, botteghe dove gli artisti si ritrovavano ad incidere le loro lastre e dove venivano accuratamente conservate le matrici. La maggiore calcografia giunta fino ad oggi è quella di Roma, costituita nel 1738 e nota come Calcografia Nazionale ricca di matrici celeberrime. Altrettanto celebri sono la calcografia di Madrid e quella del Museo del Louvre a Parigi. Anche molte Pinacoteche italiane si sono arricchite di sezioni dedicate alle stampe (cosiddetti 'gabinetti di stampe').Anche oggi, tra gli artisti contemporanei, e nelle scuole d'arte, queste tecniche continuano ad essere utilizzate e perpetuate!Magazine Arte
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