Toccanti ed angoscianti le dichiarazioni di Antonio Floro Flores, attaccante napoletano del Sassuolo, che ha voluto svelare alcuni aspetti tutt’altro che sereni della sua infanzia, trascorsa a Secondigliano. Pone oltretutto l’accento sul fatto che il calcio è stata un’ancora di salvezza da quel contesto difficile.
Ecco le dichiarazioni, rilasciate alla rivista dell’Assocalciatori “Il calciatore”: “Sono entrato in una scuola calcio a 10 anni, l’Atletico Toledo (…). Ricordo che non passò molto tempo e saltò fuori che l’allenatore era un pedofilo, me la rivedo ancora la scena, mentre stavamo giocando: una marea di carabinieri che è arrivata. Ricordo la volta che un professore voleva parlare con mio padre e io avevo paura perché sapevo che le avrei prese poi a casa. Gli dice che non sapeva cosa fare con me perché pensavo solo al calcio e che forse l’unico rimedio era vietarmi, per punizione, il calcio. E mio padre: ma come? L’unica cosa che sa fare gliela devo togliere? Con che alternativa? Morire ammazzato o andare in galera? (…). Penso al posto dove si giocava, in quel cortile in mezzo ai palazzoni (…). Me le ricordo le sparatorie, noi ragazzini che correvamo via e ci nascondevamo”.