Rosario Crocetta
Antonino Zichichi, lo scienziato più insignito di onorificenze tra tutti i fisici nucleari esistenti sul globo terracqueo, fondatore dell’Istituto Ettore Maiorana di Erice, amico di Berlusconi e uomo di scienza nonché divulgatore di conoscenze, ha accettato la proposta di Crocetta, di andare a dirigere i Beni Culturali della Sicilia. Il neopresidente della Regione siciliana cambierà – dice- il volto della Sicilia. E dobbiamo credergli, anche se da cinici e smaliziati ci chiediamo come mai a questa idea non abbiano pensato prima altri governatori più navigati di quello che ora abbiamo. C’è da ritenere che erano mossi tutti da altri interessi. Ad esempio quelli della spartizione politica che in Sicilia, come del resto in Italia, conta più di tutto il resto.
La cosa non capita al battagliero ex sindaco di Gela che, per supportare con azioni concrete i suoi sogni, si affaccenda, come pare, in una grande battaglia ideale.
Siamo ormai al completo dell’organico di governo e altri nomi si aggiungono alle quattro new entry del governatore. Oltre al fisico nucleare ci saranno figure meno illustri: Nelli Scilabra, studentessa universitaria, Mariella Lo Bello ex dirigente della Cgil di Agrigento, e Francesca Basilico D’Amelio, esperta del Ministero dello Sviluppo Economico. Scilabra è l’assessore regionale alla Formazione più giovane che abbia mai avuto la Sicilia. Il suo nome è saltato fuori in ventiquattro ore. Membro del Senato accademico dell’Università di Palermo fa parte della direzione dei giovani democratici e della direzione regionale del Pd. Può essere una speranza per il riscatto dei giovani, perché essendo giovane pure lei (ha appena ventinove anni) potrebbe essere interprete dei loro bisogni. Anche se siamo convinti che non sempre per avere la dote della competenza sia sufficiente il parametro dell’età cronologica.
Se ne rende conto Crocetta che pare l’abbia conosciuta, non sappiamo meglio come, al Parlamento europeo e che già in qualche modo ne ha delimitato i confini: “Proteggerò Nelli come fosse mia figlia. Ė chiaro che non lasceremo una giovane ragazza in mano agli orchi – ha detto – ma le affiancheremo uno staff tecnico di livello”. Da quello che si capisce sarà lei che dovrà occuparsi del delicato settore della formazione professionale, come Zichichi dovrà fare per quello dei Beni culturali. Resta fermo che Franco Battiato avrà la competenza, se il tempo e la voglia glielo permetteranno, di gestire il settore dei grandi eventi, perché quello del Turismo e dello spettacolo richiederà una direzione a parte. Una cosa complicata. Crocetta dovrà studiare un sistema per salvare i progetti, non ancora noti, del cantautore catanese amalgamandoli con quelli dell’assessorato al Turismo che non è proprio la stessa cosa.
Di territorio e ambiente si occuperà invece Mariella Lo Bello, di provenienza Cgil, vicina all’area Bersani. Del settore nevralgico dell’Economia si occuperà, invece, Francesca Basilico D’Amelio, tecnico dei palazzi del potere romano, già capo della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo economico sotto il ministero di Pierluigi Bersani (2006-2008). Designata dalla corrente cislina del Pd è stata anche capo della segreteria tecnica del ministero dell’Università e, dal 2008 al 2011, della Salute, quando governava il centrodestra.
Donna per tutte le stagioni? No. Semplicemente una superburocrate piacente “a Dio e ai nemici sui”. La porta Usb del governo Monti in Sicilia. Sua sarà la competenza di gestire la delicata situazione finanziaria della Regione, con i suoi sei miliardi di debito, il patto di stabilità e i problemi connessi allo sviluppo economico della Sicilia. Compiti che nessun governatore potrà affrontare da solo ma che, nella prospettiva di una vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni politiche nazionali, Crocetta potrà risolvere senza eccessivi problemi. Risolvere è una parola grossa, viste le condizioni in cui versa l’isola. Ma questo primo staff di donne battagliere piace a Bersani e la cosa rende gli ingranaggi più fluidi.
Lucia Borsellino è la prima ad essere stata nominata assessore. Alla figlia del magistrato Paolo, il governatore ha dato la delega alla Salute per la quale è già a lavoro da più di una settimana. Lo farà bene? Non è certo la qualifica di antimafia che ciascuno può avere a consegnare il titolo della competenza. Staremo a vedere. Anche la funzionaria di Confindustria, Linda Vancheri, nominata nei giorni scorsi, è già alla guida del suo assessorato alle Attività produttive. Mentre il pm antimafia Nicolò Marino, attende il via libera dal Csm prima di andare ad occupare la ‘scottante’ poltrona dell’Energia e Rifiuti, settore che tra sospetti per infiltrazioni mafiose e appetibili affari, come quelli degli inceneritori o delle energie alternative, porta Marino a dichiarare che “da assessore sarò anche magistrato”. E siamo a sei, metà dei componenti dell’esecutivo.
L’altra metà arriva nelle ultime ore. Una raffica di nomi che seppur in modo indiretto, fanno capo a Pd e Udc. Il partito di Casini ha sponsorizzato il dirigente generale della Regione, Dario Cartabellotta, che andrà a guidare l’assessorato alle Risorse agricole e Alimentari; Esterina Bonafede, sovrintendente dell’Orchestra sinfonica siciliana, andrà a Famiglia e Lavoro; Patrizia Valenti, dirigente Area ricerca e sviluppo dell’Università di Palermo, avrà Autonomie locali e Funzione pubblica. Vi è infine Antonino Bartolotta, dipendente del ministero degli Interni, che sarà assessore alle Infrastrutture.
Ora la domanda che ci poniamo è questa: abbiamo davanti un governo di svolta politica? Un governo che possiamo dire rivoluzionario come la propaganda di Crocetta annunciava nei manifesti che tappezzavano la Sicilia nei giorni precedenti le votazioni? E’ veramente cominciata la rivoluzione? Non ci pare proprio. In questa vicenda elettorale ci sono i fantasmi di sempre dietro le quinte: i partiti politici con le loro nomenclature e le loro logiche spartitorie. Tanti assessori a te e tanti a me. Crocetta non ha scelto un bel niente mentre sono stati e sono attivissimi, anche se meno visibili nei prosceni romani, i soliti suggeritori ad orecchio. Ancora una volta il popolo se ne starà nelle piazze a gridare contro qualche povero diavolo o ad applaudire qualche improvvisato santo, ma nulla cambierà in Sicilia ed in Italia.
L’isola nelle scorse regionali doveva funzionare come un laboratorio di sperimentazione politica che servisse ai cervelli romani della politica. Nonostante le apparenze le cose sono andate in modo diverso. Il rimedio ai gattopardi sono state le tortore. Buone per le conversazioni del santo di Assisi, ma non per i rapaci non abituati a simili idilli.
Giuseppe Casarrubea