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LE TRAVERSIE DI UNA MASSAGGIATRICE: "Ho rischiato di perdere il lavoro"

Creato il 01 ottobre 2012 da Massaggielavoro

“A causa delle nuove disposizioni regionali, ho rischiato di perdere il mio lavoro”.
E’ così che inizia il racconto di Marisa, un’operatrice olistica di Torino che, dopo anni di regolare attività, lo scorso Aprile si è vista ingiungere dai vigili un verbale ed il divieto di esercitare il proprio lavoro. Entro un mese avrebbe dovuto presentare il diploma da estetista, altrimenti sarebbe scattato l’obbligo di chiusura.
“Da quel momento sono caduta in un baratro - racconta la massaggiatrice - mi sentivo trattata alla stregua di un’abusiva o una criminale: dovevo giustificare ciò che stavo facendo, con il rischio di perdere la fiducia che mi ero guadagnata con impegno e dedizione con la mia clientela”.
Marisa però non si abbatte e propone ad una amica estetista di collaborare con lei, dando vita ad una sinergia tra le due discipline per salvare il suo centro dalla chiusura immediata.
L’ufficio delle attività economiche decide allora di ritirare la diffida perché, sottolinea lei non senza un pizzico di rammarico, “ho dimostrato di non appartenere alla categoria delle attività terapeutiche”.
Tutto nasce da una normativa regionale, secondo cui i massaggi non riconducibili a pratiche terapeutiche (quindi fisioterapiche) sono di esclusiva competenza delle estetiste. Un’iniziativa nata per evitare la crescita incontrollata dei centri di massaggio orientali abusivi, ma che, però, ha scatenato un vero ciclone nel campo delle discipline olistiche, un settore che dà lavoro a oltre 50 mila persone in Italia.
Un allarme fondato, almeno nel caso di Torino.
E qui il pensiero di Marisa: “Ci troviamo in un periodo di crisi, la disoccupazione ha raggiunto livelli estenuanti, il governo insiste sulla strada delle liberalizzazioni e della filosofia secondo cui tutto ciò che non è vietato è lecito e le autorità vogliono chiudere il mio centro e togliermi il lavoro. Non è un controsenso?”.
“In questo caso la politica non c’entra niente” – spiegano le autorità- “stiamo solo applicando le regole, non possiamo cambiare le norme in base al mercato. Se consentiamo a chiunque di operare sul corpo umano senza qualifiche rischiamo di creare un loop pericoloso.  Le problematiche che puntualmente scoppiano nei periodi estivi riguardo ai massaggi eseguiti nelle spiagge non sono a tal proposito esemplari?”.
Marisa controbatte: “E' vero, ma la legge che regola l’attività delle estetiste è del '90. Solo ora qualcuno ha deciso di estenderne la portata anche alle discipline bio naturali, perciò a quale altra categoria di lavoro toccherà domani? Dateci allora la possibilità di ottenere un albo professionale che regoli e tuteli le attività di massaggi, almeno il problema dell'abusivismo non si troverà più a sussistere”.
La battaglia di Marisa, è la battaglia di tutti gli operatori olistici, che vogliono veder riconosciuto il proprio lavoro.
“Mi auguro che la classe dirigente si informi attentamente su queste discipline per capire la grande differenza che c’è tra un trattamento terapeutico a fini sanitari o estetici ed un massaggio di benessere. Solo così si potrà giungere al pieno riconoscimento della nostra professione. Adesso - conclude – vorrei solo tornare ad esibire con orgoglio il mio attestato da operatore olistico. Dopo anni di studi e sacrifici, penso proprio di essermelo meritato”.
Se anche voi avete storie da raccontare e vi piacerebbe condividere la vostra esperienza, o volete semplicemente dirci la vostra opinione, scriveteci!

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