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Le tre sepolture (di Tommy Lee Jones, 2005)

Creato il 10 marzo 2012 da Iltondi @iltondi

Mike Norton (Barry Pepper), poliziotto di frontiera in Texas, uccide per sbaglio (ma anche per paura) il vaquero messicano Melquiades Estrada. La polizia vorrebbe insabbiare il caso, ma Pete Perkins (Tommy Lee Jones), unico amico della vittima, ha tutt’altri programmi: rapisce Norton e lo trascina in Messico per seppellire Melquiades nel suo paese natio. Le tre sepolture (di Tommy Lee Jones, 2005)

Titoli di testa colorati su un campo lungo della prateria texana, poi una panoramica a introdurre in scena una jeep che percorre una stradina polverosa: questi elementi presentano Le tre sepolture come un western moderno. E come in molti western, è la vendetta a guidare l’azione: la vendetta che però si fonde a sentimenti nobili come l’amicizia e l’amore. Pete Perkins, di fatto, perde l’amicizia di Melquiades e rincorre l’amore di una donna annoiata più che invaghita, sposata e con un altro amante (lo sceriffo del paese) oltre a lui. Esordio sul grande schermo per Tommy Lee Jones in veste di regista (ha diretto anche due film per la tv), una piacevole sorpresa che meriterebbe un seguito. Le tre sepolture, nei suoi quattro capitoli (appunto le tre sepolture, più il viaggio verso il Messico) non è solo il dramma di Pete Perkins, ma anche quello di Mike Norton (ottimo Pepper, già bravissimo in La 25a ora), uomo superficiale, vuoto, che si masturba sulle riviste osé e utilizza il corpo della moglie quando più gli fa comodo. Notevole la sceneggiatura (di Guillermo Arriaga, qui anche attore con una particina, sceneggiatore di film come 21 grammi e Babel), con risvolti macabri e interessanti riflessioni psicologiche. Tommy Lee Jones, nel segno di Sam Peckinpah (in particolare, viene in mente Voglio la testa di Garcia), si confronta abilmente con altre tematiche: dagli abusi di potere alla questione razziale, dall’immigrazione alla capacità alienante di un paese al confine, terra di tutti e di nessuno allo stesso tempo, luogo che strappa ogni tipo di entusiasmo dal corpo e rende meccanica la vita, ma anche il sesso, le abitudini, qualsiasi cosa (la battuta pronunciata dalla cameriera «Ti abituerai presto a vivere qui» è più che significativa). Premiato a Cannes per la migliore interpretazione maschile e per la migliore sceneggiatura.



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