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Le ultime gesta di Psicosamantha

Creato il 08 novembre 2011 da Ladybug
In occasione del ponte dei morti, la mia instabile collega, meglio conosciuta come Psicosamantha, si è presa una settimana di ferie ed è volata a Londra (città che non aveva mai visto, nonostante lei si spacci per una consumata globetrotter, che ha fatto trekking in Mongolia, ha attraversato il confine tra Siria e Giordania in mountain bike ed è salita a Machu Picchu masticando foglie di cocaina. Ma alle sua avventure in giro per il mondo potremmo dedicare un capitolo a parte).Inutile dire che i miei giorni da sola in ufficio sono stati a dir poco paradisiaci, anche perché Psicosammy, ultimamente, stava attraversando una fase né up né down (cosa strana), che però l’aveva trasformata in una sorta di grillo parlante, il cui unico scopo nella vita era passare la giornata pontificando e snocciolando frasi di una banalità sconcertante del tipo “Carpe Diem”, “E’ meglio avere rimorsi che rimpianti” e via così, tra proverbi popolari e aforismi in latino (lei ovviamente parla fluentemente anche le lingue morte, avevate dubbi?). Mancava solo “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” e giuro che sarei stata pronta a trasformarmi in un kamikaze imbottito di tritolo pur di metterla a tacere per sempre.
Ma poi Psicosammy è tornata.E io non avevo fatto i conti con l’influenza che la cultura britannica avrebbe potuto avere sulla sua mente malata.La nostra eroina, infatti, è rimasta talmente impressionata dagli inglesi, che ha deciso istantaneamente di cominciare a vivere la sua vita come una Lady inglese in pensione: la mattina non ingurgita più un caffè veloce prima di uscire di casa, ma mi ha confidato che si sveglia alle 6 per preparare una perfetta full english breakfast con tanto di uova, bacon, pudding e scones; prende il thè tutti i pomeriggi alle 5 in punto e sospetto che si stia attrezzando per organizzare una caccia alla volpe con i suoi amici. Dubito che ci sia una volpe nascosta vicino a casa sua nell’ hinterland a ovest di Milano, ma questo è un dettaglio di secondaria importanza.Ma quel che è peggio per noi poveri martiri costretti a dividere la nostra giornata con lei, è che ha preso a infarcire la sua conversazione di termini inglesi, in perfetto accento british. Quindi, se le chiedi qualcosa e non capisce cosa tu abbia detto, invece di chiederti “scusa non ho capito” se ne esce con un “I beg your pardon?”; se mi sono alzata con la luna giusta, voglio essere gentile e le chiedo come sta, mi risponde direttamente “I’m fine thank you!”.Quando è incazzata (e quindi spesso e volentieri) ha trovato il termine perfetto per lei: fucking o fuck a seconda dell’uso che ne deve fare. In questi ultimi giorni è stato quindi un trionfo di “questo idiota ha il suo fucking cellulare spento” e di “what the fuck are you doing/thnking/eating/etc etc”Forse nessuno l’ha informata del fatto che normalmente la Regina Elisabetta non fa uso di certi termini. Anche se è credibile pensare che, ai tempi dei continui scandali legati al triangolo Lady D/Carlo/Camilla, qualche fuck sia scappato anche a lei.
Insomma, le mie giornate ultimamente sono queste.Mi consolo pensando che perlomeno capisco quello che dice. Dovesse mai fare un viaggio in Giappone non so come potrei cavarmela al suo rientro.

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