Le ultime dichiarazioni di Mario Monti sulla possibile o impossibile sostenibilità della sanità pubblica hanno scatenato diverse reazioni nella società civile come anche nella politica italiana.
Molti cittadini hanno già “intravisto” in quelle parole la volontà del governo e “non solo del governo” di privatizzare qualcosa che fino ad adesso è stato un “bene pubblico” e per molti versi “gratuito”.
Molti cittadini italiani hanno visto in quelle parole il primo di una serie di tentativi che verranno in seguito di “privare” letteralmente la cittadinanza e le popolazioni di un “bene pubblico essenziale” e “consolidato” già da tempo.
Le parole di Mario Monti sono espressione di una visione economica, politica e sociale prettamente “neoliberista”: la visione dei poteri forti, delle banche, dei mercati, della finanza, degli oligopoli etc.
La “favola della crisi economica” e la “dittatura dello spread” sono quello che viene raccontato ogni giorno per “ingannarci” e “toglierci” altri diritti da tempo conquistati.
Una volta c’era la lotta di classe tra i “proletari” e i “padroni”, nella quale lotta di classe i proletari chiedevano diritti e combattevano per essi. Oggi la lotta di classe si è “invertita”: essa si svolge tra poteri forti e lavoratori per togliere diritti da tempo consolidati da questi ultimi.
I primi a “insorgere” contro le parole di Mario Monti sono stati i sindacati, i quali, come sappiamo bene, molte volte si sono “piegati” ai governi invece di difendere operai e lavoratori.
Poi si sono “indignati” a quelle parole i partiti e la politica ma è risaputo ormai che da tempo sono “succubi” dei poteri forti e agiscono come “notai” che “ratificano” decisioni prese da chi veramente “conta” e detiene il potere.