LE VERITà NASCOSTE DELLA MORATTI SU PISAPIA. IL CANDIDATO PD NON è STATO AMINISTIATO MA ASSOLTO.

Creato il 14 maggio 2011 da Madyur

C’è tensione tra i candidati di Milano tra Pisapia , del Pd , e Moratti , Pdl. Il confronto su Sky vedeva La candidata milanese del pdl accusare quello dl Pd di “aver rubato un auto”.

Contraddicono la Moratti due sentenze : quella d’Appello e quella di primo grado. Moratti richiama un verdetto nel 1984 per affermare che solo un’amnistia aveva salvato il rivale da una condanna per furto , ma tace sul fatto che Pisapia nella sentenza d’Appello del 1986 fu poi assolto “per non aver commesso il fatto”.

La storia è quella del settembre del 1978 quando a Milano i terroristi di Prima Linea - Barbieri, Sandalo e Marco Donat Cattin (figlio di un’esponente della Dc) – rubano un furgone. Sandalo due anni dopo spiega che quel furto era finalizzato al sequestro di William Sisti , capo del servizio d’ordine del “Movimento lavoratori per il socialismo”.

Barbieri, subito arrestato dopo il furto, voleva colpire Sisti per entrare in Prima Linea. Il giovane porta gli altri due nella casa dei benestanti al centro di Milano , dove vivevano Trolli e il cugino Pisapia. Tutti e tre affermano che nella casa si erano fatte delle riunioni per organizzare un’azione punitiva contro Sisti. Ma i tre divergono sul ruolo di Pisapia : per Sandalo era presente , Barbieri afferma lo stesso , ma indica una data dove Pisapia era S Margherita Ligure bloccato da un’ulcera, invece Donat Cattin lo esclude.

Nel 1980 Pisapia fu arrestato per due accuse : partecipazione alla banda armata Prima Linea e concorso morale nel furo del furgone. Resta 4 mesi in carcere , ma per la banda armata non viene neanche processato. rinviato a giudizio in Corte d’Assise per il concorso morale nel furto del furgone.

Finisce con una amnistia. La Corte d’Assise , comunque , prende atto che Sandalo e Barbieri “non hanno esplicitamente parlato di uno specifico apporto di Trolli e Pisapia all’episodio del furto”. E arriva alla conclusione che nei confronti di Pisapia potrebbe essere emessa solamente una pronuncia di assoluzione per insufficienza di prove. Poiché nel 1978 era intervenuta un’amnistia , per giurisprudenza vale quella.

Pisapia rinuncia all’amnistia e ricorre alla Corte d’Assise d’Appello , che lo assolve. I giudici scrivono che possono esserci dei sospetti sull’adesione all’ ideologia di sinistra, ma non certo la prova di coinvolgimento che connoti estremi di rilevanza penale. Inoltre i giudici ritengono la presenza di Pisapia alla riunione del tutto sementita di un certificato medico che lo indicava a S Margherita Ligure per un ulcera.

Il 3 marzo del 1987 la Cassazione rivela un errore nella formazione nel collegio d’Appello, annulla la Sentenza per tutti gli imputati e quindi fa ricelebrare il processo secondo grado. E’ solo una formalità : infatti sia la Procura generale sia le difese chiedono ai giudici del processo –bis d’Appello di confermare le situazioni di ciascun imputato( compreso Pisapia). L’assoluzione di Pisapia passa in giudicato per non aver commesso il reato. Una amnistia detta da Moratti in maniera errata, non quella “vera” per Silvio Berlusconi 21 anni fa. La Corte d’Appello di Venezia la dichiarò nel 1990 per il Premier per falsa testimonianza per aver negato l’iscrizione alla p2.


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