Per le vie del gusto Messina è proprio Tischi Toschi :La Sicilia è una terra grande e variegata, lo si riscontra nei dialetti, diversi in ogni dove, nelle distanze, nei volti della gente, a tavola, nel modo di sentire l’identità e l’attaccamento ad un lembo di mondo, la trinacria per l'appunto, negli sguardi e nelle parole, lo si avverte perfino nella geologia: l’isola più grande del mediterraneo appartiene quasi interamente alla placca africana, tranne per la parte nord-orientale – Messina a far da faro a quella “punta” - che appartiene invece alla placca euroasiatica.
Insomma, in questo micro mondo, l’isola vulcanica e triangolare, v’è una grande varietà di modi – dal percepire al vivere - che non smette di stupire.
Palermo non è simile alle sue otto sorelle, eppure porta in sé lo stesso DNA, e vanta d’esser la più grande: guarda al mare e prega rivolta verso quella montagna, Monte Pellegrino, che accoglie all’interno del tessuto urbano, come fosse un pensiero esteso volgendo il guardo all’infinito.
Messina, più piccola e contenuta, guarda alla terra ferma e non sente la solitudine dell’essere pezzo d’isola, nella certezza d’avere Reggio a vista d’orizzonte.
Ed a Messina l’accento cade su lettere diverse, rispetto che a Palermo, dove vivo, ed i gusti – su quelli culinari in particolar modo mi soffermo - si mescolano ad altro tipo di esperienze. Vanta, la città dello stretto, una gastronomia fatta, per dirne una, di favolose granite a colazione. Non comuni granite… le migliori che il palato umano possa assaporare. Così setose da sembrar gelato e con la panna a completare, ricca e vera, montata a mano e servita con spatola e pazienza, non certo con erogatori e sbuffi che rimandano al posticcio. E le brioches sono un’arte, non omologate, sembrerebbe che ogni pasticcere vi regali il proprio tocco e il “tuppo”.
E per mangiare in modo pago, per assaporare davvero quella via del gusto che ci conduce sulla rotta di Messina, il Tischi Toschi.
Sono tradizione culinaria messinese tutte le pietanze a base di pesce, dai frutti di mare al pesce stocco, e di pesce cucinato a regola d’arte può narrare vanto il gestore del Ristorantino – piccolo, ma significativo, sono circa una trentina i coperti che rendono il luogo intimo e accogliente, l’atmosfera distesa ed informale - dal simpatico quanto evocativo nome: Tischi Toschi.
Il menu è vario e il padrone di casa, Luca Casablanca, il gestore-proprietario-chef, è un vero intenditore, un cultore del buon cibo, si capisce dall’amore che ci mette nel portare in tavola non solo qualcosa di commestibile, ma di sublime; lo si capisce, ancora, nel sorriso timido e compiaciuto, grato in modo educato e non edulcorato, che elargisce quando si trova innanzi ad un avventore in estasi (come me, ad esempio) che ha voglia di comprendere nel profondo la mescolanza di ingredienti scelti con sapienza.
Il menu è vario, dicevamo, perché variano, seguendo le stagioni, le pietanze nella loro composizione. Gli ingredienti sono freschi e reperiti seguendo l’offerta di un mercato reale, non cristallizzato in un pacco surgelato.
Quando il piatto, scelto da un menu narrato a voce, arriva in tavola, cala il silenzio – come al teatro – si alza il sipario ed entra di scena il gusto, anticipato da un afrore che pervade l’intorno. Il cibo profuma, in modo inebriate.
Questo è il principale motivo che mi spinge a scrivere in modo così parziale: non si può rimanere indifferenti al percorso sensoriale, dall’olfatto al gusto in pieno soddisfatti, che ho potuto vivere al Tischi Toschi. Ve lo consiglio di cuore, se vi trovate a passare da Messina, la "porta della Sicilia", credo sia il luogo perfetto dove fermarsi (non a mangiare) a gustare uno scorcio della mia amata terra nel piatto.
Giusto! Non desidero lasciarvi la curiosità di sapere, così vi racconto il nostro pasto nelle scelte che, sia io che il buongustaio, ringraziamo di aver fatto: le polpette di finocchietto selvatico, l’antipasto che mi ha stupito per originalità, sono ottime e con un gusto deciso che si lascia ricordare; la caponata di pesce stocco, ovvero colei che mi ha fatto comprendere cosa significa iniziare un pasto da vera regina, è stata la chicca da assaporare e la consiglio vivamente a chiunque si trovi a passare dal Tischi Toschi. I primi piatti sono stati fantastici entrambi, ma il mio in modo particolare perchè ho scelto delle tagliatelle preparate con farina di carrube, condite con sarde e “mollica atturrata”, nulla di più delizioso e “nuovo”, magico sapore che desidero quanto prima riassaporare; al buongustaio sono stati serviti dei ravioli ripieni di ricotta, il cui sughino ci ha convinti e il cui ripieno ci ha narrato quel gusto tutto siculo per un latticino così presente sulle nostre tavole. Abbiamo terminato il pasto con una nota dolce, stupisce il Gelo di agrumi, al limone il mio, nel mostrare come ricco e intenso riesce ad essere l’aroma dei limoni senza aggiunte, così, puri e assoluti; il mio buongustaio ha voluto esagerare con un parfait di mandorle che sapeva di caramellato, di goloso, di appagante. Siamo stati coccolati fino al momento di andar via, non prima però d’aver assaporato un bicchierino di liquore caldo alla liquirizia.
E con la speranza di tornare presto, vola il mio pensiero a quel localino portando con se un sentito “grazie”!
Siamo stati benissimo a Messina, accolti dal buon cibo, dal buon tempo, dalla voglia di stare tra amici e da quegli stessi amici che ci hanno offerto una cena magica e una compagnia degna dell’affetto più profondo. Non vedo l’ora di rivedervi, mie cari affetti in terra di Messina, punta nord-orientale d’una porzione di mondo triangolare
Magazine Cucina
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