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Le vie dell'arte per nativi (e non) digitali diversamente abili

Da Maila
Uno dei modi migliori per apprezzare un’opera d’arte è essere ciechi e andare alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Penso invece ai nostri ragazzi, che ci vedono benissimo, e visitano i musei in gita scolastica come se andassero all’interrogazione di chimica. Sarebbe bello se potessero andarci con i non vedenti e fare lo stesso meraviglioso percorso riservato a loro in una piccola area del museo. Ne uscirebbero, credo, più ricchi ed emozionati.Ad ideare e realizzare questo progetto di percorso museale per persone con disabilità è stato l’Istituto “Leonarda Vaccari” in collaborazione con diversi enti istituzionali.Funziona così. C’è il quadro, grande, bello, imponente, ben esposto. Per chi può guardarlo con gli occhi.
Le vie dell'arte per nativi (e non) digitali diversamente abili
In questo caso si tratta de "Un riflesso" di Filadelfo Simi.
E sotto c’è la riproduzione del quadro in rilievo plastico. Per chi vuole guardarlo con le emozioni.
Le vie dell'arte per nativi (e non) digitali diversamente abili
Le vie dell'arte per nativi (e non) digitali diversamente abiliLe vie dell'arte per nativi (e non) digitali diversamente abili
Con la mano sinistra quindi si ripercorrono i contorni delle figure e i volumi, con la destra si legge in braille la descrizione minuziosa dell’immagine e una breve nota critica. Si acquisisce così in dissolvenza l’immagine nella mente.
Le vie dell'arte per nativi (e non) digitali diversamente abiliDopo si va verso un’altra piattaforma dove il quadro plastico è collegato ad un sistema audiovisivo che si attiva toccando le singole parti che compongono il quadro. In questa raffigurazione si vedono le giovani abitanti di un paesino toscano che ballano e altre due graziose paesane stese per terra che le accompagnano con le mani e la voce. Toccando le ballerine si sentono (e si vedono sullo schermo) voci di danzatrici accompagnate da una musica adatta all’ambientazione e all’epoca; passando le dita sulla ragazza per terra che canta si sente la voce; digitando il volto della quinta fanciulla si sente un battito di tamburello. Si tratta praticamente di una postazione di regia dove si può decidere quali suoni e quali immagini fare scorrere al cinema. Solo che il regista è cieco. Se invece non fosse cieco ma avesse fatto comunque questo percorso, sarebbe un regista che ci vede meglio. E allora accompagniamoli i nostri figli in queste vie dell'arte attraverso le emozioni.

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