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Le vivaci "molecole" della Cgil

Da Brunougolini
Sono un po’ come il titolo del loro sito “Molecole” (www.molecoleonline.it). Sono i giovani della Cgil, non facili da rintracciare nella massa dei delegati al Congresso. Anche se molti tra i dirigenti che si avvicendano al microfono insistono sul necessario rinnovamento, non solo degli apparati ma soprattutto delle politiche. Eppure nel principale sindacato italiano esiste un avamposto di ragazze e ragazzi decisi a non rappresentare solo un fiore all’occhiello dell’organizzazione. Ed eccomi a parlare con Ilaria Lani, 32 anni (a capo dell’ufficio politiche giovanili), Claudia Pratelli 29 anni, tra i cinque redattori di Molecole, Luca Dezolt, 24 anni che si occupa di formazione. Sono “i figli del 1989” (come si autodefiniscono), quelli cresciuti dopo la caduta del muro di Berlino, non impastati di ideologie, più propensi a guardare al futuro che al passato, anche se sanno emozionarsi ripercorrendo le memorie del sindacato. Hanno cominciato da qualche mese la loro attività. Non intendono, spiega Ilaria, agire solo all’interno della casa Cgil e non si accontentano dei dati che parlano di un 27 per cento degli iscritti alla Confederazione (tra i lavoratori attivi) composti da donne e uomini sotto i 35 anni. Sono ben 700 mila giovani (di cui 200 mila arrivati nell’ultimo anno) ancora scarsamente rappresentati nei gruppi dirigenti. Vogliono costruire, soprattutto, una rete esterna con associazioni varie, con  gruppi di precari, partite Iva, professionisti. Hanno in mente una campagna nei territori sui temi della cosiddetta contrattazione sociale, magari alleandosi con gli anziani dello Spi, il potente sindacato dei pensionati.  Stanno già pensando a un meeting, il 28-30 luglio a Marina di Grosseto, con dibattiti, concerti, riflessioni serie e gioia di vivere.
Qualcosa si sta muovendo nel grosso corpo spesso burocratizzato del sindacato. A Bergamo, ad esempio, è nato “ToolBox”, la scatola degli attrezzi, uno spazio dove s’intrecciano consulenze e attività culturali. Non c’è solo il concertone del Primo maggio a tentare un rapporto con le nuove generazioni. E’ l’inizio di una difficile, faticosa lunga marcia. Una delle due mozioni congressuali ha persino avanzato l’idea delle “quote verdi” per facilitare l’ingresso dei giovani anche ai vertici.
Il loro “House Organ” è quel sito, “Molecole”, nato solo da un mese. Hanno discusso a lungo il nome, spiega Claudia. Chi voleva “Antieroi”, chi “ Supergiovani”. Hanno poi scelto quel nome che sottintende un processo di atomizzazione della società e l’aggregazione, appunto, in molecole. Un seme per il futuro.  Il “direttore atipico” del sito è Alessandro Coppola (collaboratore anche di questo giornale). E’ possibile leggere così rubriche come “Gli espatriati” dove trovate, ad esempio, testimonianze sui bamboccioni spagnoli. Oppure “Sindacalisti” con esperienze concrete di contrattazione. C’è infine “Rivoluzionari” dove non si parla di Che Guevara ma si riportano vicende straordinarie come qella di una Union di Baltimora. Il loro obiettivo? Conoscere, aggregare e soprattutto rompere il disincanto, l’indifferenza. La loro leader, Ilaria, parla nel pomeriggio al Congresso di Rimini. Parla di tanti giovani che nelle fabbriche non hanno diritti compreso quello di votare per le rappresentanze sindacali. Invita ad aprire la roccaforte del sindacato per far entrare la fasce deboli, quelli dei call center e le fasce più qualificate. Sarà necessario ascoltarli, sostenerli, rompere impacci e paratie. Se no la roccaforte via via deperirà.

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