In un primo momento ho pensato come potesse sembrare poco sincronica una Giornata Mondiale della Felicità a molti italiani, in un momento in cui la nostra società sta vivendo la peggiore crisi dal dopoguerra. Mentre riflettevo sul fatto che essendomi sembrata una informazione tanto fastidiosa e fuori luogo, forse dovevo coscentizzare di essere sul triste andante, mi si sono attivate le voci del sorriso, per associazione, in maniera semplice e lineare: felicità=ridere=sorridere=persone che mi fanno sorridere.
Negli anni ’80, ero ancora studente universitario, era molto diffusa la GELO TERAPIA (Terapia del sorriso, finalizzata a ristabilire uno stato di buonumore e di benessere psicofisico, suscitando allegria nei pazienti). In quegli anni ho capito quanto siano importanti le persone che ci fanno ridere con le quali ci relazioniamo: le voci del sorriso, sono la presentificazione, il prendere forma, nella nostra MENTE di queste persone, come se fossero diventate con gli anni parti del nostro ESSERE, che portiamo come risorsa invisibile sempre con noi.
E mi sono divertito, a pensare a tutti i personaggi, voci del sorriso presenti nella mia mente e mi piace condividerli con voi, come spero voi farete con me.
Di sicuro i comici sono una grande voce dentro di noi (TOTO’, ALBERTONE, TROISI, FANTOZZI, DE LUIGI…), ma le voci più intonate, sono quelle dei familiari e delle persone con cui si condivide la quotidianità.
Comincio da una persona speciale, Ignazio, il sarto del negozio di abbigliameto di mio padre. Lui, mattina o pomergiggio, all’apertura della boutique, mentre raggiungeva la postazione di lavoro, riusciva a fare una battuta (dire qualcosa di divertente) che dava la carica a tutti per vincere il malessere/pigrizia da inizio lavoro. Pensate per un attimo a voi, come siete quando cominciate la giornata di lavoro? Saluto Ignazio che ancora oggi (arzillo 80enne), quando ci sentiamo telefonicamente, riesce a trasmettermi buon umore.
Un’altra voce del sorriso che arriva dal passato è stata sicuramente un fratello di mio padre, zio Rinaldo. Si racconta (io naturalmente non posso saperlo, almeno razionalmente) che, per lunga parte del parto (che mi vedeva co-protagonista) avesse fatto ridere mia madre … non vi scandalizzate zio Rinaldo era ginecologo. Zio Rinaldo che è anche mio padrino, era sempre scherzoso, tanto che alle volte bisognava pensarci un attimo prima di capire se stesse parlando seriamente o stesse dicendone una delle sue. Saluto mio zio che non vedo da diversi anni, ma che quando sento per telefono mantiene, nonostante gli 83 anni, questa grande potenzialità/capacità.
Un’altra voce qui direi che si presenta come duo del passato sono i cugini Aldo e Pasquale (nella nostra famiglia bisogna specificare chi visto il numero enorme di cugini con questo nome) che mi hanno divertito in tante situazioni familiari negli anni dell’adolescenza. In particolare ricordo una situazione che definirei paradossale. Passare dal piangere al ridere, è una sensazione bellissima, ti asciughi le lacrime mentre ridi, una sensazione che avrete sicuramente sperimentato, ma vi è mai capitato di ridere durante una veglia funebre? Bene a me sì, quando ho perso mio padre, era il 1985 e la notte si usava (al sud funzionava così) essere in veglia funebre per cui si restava svegli con il defunto e capitava che verso tarda sera venissero parenti e amici a salutare e porgere le condoglianze. Quella notte alcuni cugini tra i quali Pasquale e Aldo erano rimasti a fare compagnia a me e alle mie sorelle. Eravamo tutti molto giovani e abbiamo parlato fino a crollare sulle sedie e poltrone. Alle 4 del mattino, nel bel mezzo della notte, abbiamo sentito suonare. Alla porta si è presentata una famiglia di cugini di mio padre che nessuno conosceva. Avevano una conformazione fisica particolare: altissimi, robustissimi e bruttinini. Vi potete immaginare cosa è accaduto dopo che questi quattro giganti padre, madre, figlia e figlio, di poche parole e dai movimenti sincronizzati, sono entrati silenziosi, hanno fatto la loro comparizione davanti al feretro e poi hanno stretto/stritolato le mani a tutti e sono andati. Aldo e Pasquale non smettevano di farci piangere dal ridere e vi posso assicurare che il giorno dopo era sufficiente guardarsi e far fatica a trattenersi. Quando penso al funerale di mio padre, sorrido, ma si può… Solo alcuni anni dopo ho scoperto che il cugino di mio padre e la sua famiglia erano agricoltori ed erano soliti svegliarsi presto per andare in campagna. Erano passati prima di andare a lavoro, carini.
Ricordo con piacere due voci delle scuole superiori, due amici, Mario e Vincenzo. Due persone speciali, divertenti, che riuscivano ad unire la classe nel sorriso, con batture intelligenti, mai offensive. Vincenzo è una voce particolare, che arriva dal cielo, ma questo è un altro capitolo.
Una voce recente, molto presente e divertente è di sicuro mio cognato Fabio. Superata la crisi (avuta nei miei confronti) per il fatto di avergli rubato l’amata sorella, con gli anni e la maturazione è diventato, con il suo umorismo, un punto di riferimento della nostra famiglia per quanto concerne il puro divertimento. Alle volte, quando con mia moglie sentiamo il peso del lavoro o delle situazioni di vita, gli chiediamo di venire a trovarci da Bari, come ventata di buon umore: un antidepressivo vivente. “Grazie Fabio sei una grande risorsa per noi, ma credo anche per tutti quelli che hanno la fortuna di frequentarti.”
Alle voci del presente, non posso non aggiungere, due voci speciali. Due ragazzi che ci aiutano con il loro umorismo a condurre e costruire le dinamiche di gruppo. Standing ovation ad Andrea per il gruppo del lunedì e a Matteo per quello del venerdì: simpatia, ironia, sarcasmo… non perdete mai la capacità e la voglia di divertire.
Mi piace concludere con le voci dei giovani ragazzi che mi capita di frequentare nella quotidianità (per lavoro o in famiglia) e che riescono a ridere e soprattutto a far ridere gli altri. Non faccio nomi perchè i ragazzi ci tengono alla privacy, ma vi assicuro che gli adolescenti sono un vero spasso, quando riusciamo ad accoglierli nella relazione senza farli sentire giudicati o peggio senza appesantirli del peso dei nostri anni
Buon sorridere a tutti.