Non c'è antagonismo a Lecce. Inizia così un pezzo di Mauro Marino dalle pagine di Paese Nuovo, un pezzo che è un manifesto e segno autentico del fare e del voler cambiare.
Lecce e il nuovo, Lecce è altra cosa
di Mauro Marino, "Le parole di dentro", 15 settembre 2011
Non c'è antagonismo a Lecce, non c'è “terra” per crescere un pensiero altro, diverso dall'ordinario e quel che è peggio non c’è semi e non ci sono radici da far attecchire. Sarà che il sedimento della città è macerato in una Storia antica dove il popolo non ha mai avuto voce, imbambolato, all'ombra dei Palazzi dei Signori e di quegli altri, popolati dalla briglia ecclesiale. Qui tutto è consuetudine e ogni "nuovo" viene snobbato anche da chi del "nuovo" vuol essere paladino. I processi innovativi quando si manifestano, tentando il vagito per poi vivere rapide involuzioni, fagocitati dalla stucchevole patina dell'omologazione che di tutto si compiace.
Viviamo nello scontato delle posizioni, il solito balletto e poi i cerimoniali che tutto leniscono com'è d'uso nella provincia, dove nulla palesemente si radicalizza, passa allo "scontro": minuetti soltanto, altro che "ronde" di sfide e di fuochi d'amore, quella è roba di ppoppeti.
Lecce è altra cosa...
Lecce è incapace di un pensiero che va oltre, non c'è creatività politica, non c'è guizzo tanto che l'unica novità vera nel quadro del "pensiero", nell'ultimo scorcio, è patron Paolo, il messapo guerigliero che tinto e pinto, col suo aplomb da "managment" s'inventa, cogliendo umori e pensieri sottotraccia, il "radicalismo" della Regione Salento: andiamo via dalla Puglia, tagliamo i ponti con Bari e mai più con Vendola – che a ben guardare, l'ha costretto all'accelerazione, al grande passo facendo il puntuto, e attaccando la "Tv di Rama" in piena Piazza Sant'Oronzo quasi che fosse la peste. Insomma il Presidente Nichi se l'è voluta, fosse stato più in ascolto forse ce l'avrebbe evitato questo “lega e slega” del Salento... Chissà! Nemmeno Carlo Salvemi sembra più una novità. Il “nuovo” poteva esserlo, ma l'incapacità della sinistra leccese di accudire risorse pare l'abbia scolorito, lessato, nel suo intento partecipativo.
Già il “partecipativo”, gli open space progettuali... canone dell'operare politico ormai diffuso, ampiamente adottato (e consumato) dal primo Vendola e anche in auge nelle prospettive del Giovin Sindaco di Lecce, l’antagonista di tutti... Insomma la città insegue se stessa, le sue abitudini, i suoi ritmi in un eterno “fermo immagine”, ciò che è diverso s'annicchia incompreso.
Ieri, diverso, suonava il comunicato diffuso da Ruggero Vantaggiato, dalla destra della destra. Col vigore e le coloriture del lessico gridava il suo «NO, con la dovuta energia, a questo modo di far politica; soprattutto per il cattivo esempio che si offre alle nuove generazioni. Chi si colloca politicamente a destra non può ignorare che dal nome di Pietro Badoglio è derivato il verbo inglese “to badogliate” che significa qualche cosa di peggio che tradire». Quando dici aver radici! Aver presente il da dove si viene e il dove mirare...
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