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Lectio di Sturzo a Quagliariello

Creato il 22 novembre 2013 da Libera E Forte @liberaeforte
236q04b1 Domenica 24 novembre al quotidiano Il Sole 24 Ore verrà allegata la biografia di Don Luigi Sturzo scritta dal nostro Presidente Prof. Eugenio Guccione. Il libro fa parte della nuova collana “I padri costituenti” curata dal Sole 24 Ore. Il Prof. Guccione è uno dei massimi esperti del pensiero sturziano. Pubblichiamo qui di seguito un suo interessante articolo sull’argomento “Costituzione” di grande attualità. LUIGI STURZO E LA COSTITUZIONE  di Eugenio Guccione  Dall’estate del 1946 all’inverno del 1947 pochi politici contribuirono con lo stesso impegno e con lo stesso spirito democratico di Luigi Sturzo all’elaborazione della Costituzione della Repubblica Italiana e, successivamente, a sollecitarne la completa attuazione. Il fondatore del Partito Popolare Italiano il 2 giugno 1946, allorquando si votò per il referendum istituzionale e per l’Assemblea costituente, non era tornato dall’esilio. Si trovava ancora a New York, con le valigie pronte e con il biglietto in mano. Ma fu più volte bloccato per la negata autorizzazione a partire alla volta dell’Italia liberata. Era tenuto lontano dalla Patria non più dal fascismo, ormai definitivamente tramontato, quanto piuttosto dalla Curia romana d’intesa con i nuovi protagonisti della politica italiana. L’esile prete di Caltagirone continuava a essere persona scomoda per ambo le parti. E poté rimettere piede in Italia soltanto nel settembre del 1946, quando erano diminuite le polemiche sui risultati del referendum ed era stato scongiurato il rischio di una ripresa della guerra civile. Il ritardato rientro non consentì a Sturzo di partecipare alla scelta dei candidati per l’Assemblea costituente, né tantomeno di candidarsi e di intervenire direttamente ai lavori della magna charta repubblicana. Ciò non gli impedì, anche da lontano, anche dal di fuori dell’Assemblea costituente, di fare sentire la sua voce e di orientare il gruppo di cattolici che, in seno all’alto organo di rappresentanza, si richiamava ai valori morali e politici del popolarismo. Sturzo, oltre a rivendicare, come ex-esule antifascista, il diritto di partecipare alla fondazione di uno Stato repubblicano, era consapevole di dovere dare la sua collaborazione per creare tutte quelle premesse indispensabili a una forma di governo ispirata a una democrazia liberale, laica e rispettosa di quei principi cristiani divenuti da tempo patrimonio dell’Occidente”. Nel lungo articolo del professor Guccione troviamo anche un ‘incoraggiamento’ sturziano per chi oggi critica il metodo che si sta adottando per la riforma della Costituzione guidata dal ministro Quagliariello: non con spirito costituzionale ma con l’ attuale spirito delle larghe intese (cane e gatto e volatili vari costretti alla coabitazione): Scrive Guccione: Sturzo, alla maniera di Tocqueville, ritiene che il maggior pericolo che si corre è quello dell’apatia, del «disinteresse pubblico – sia del cittadino comune, sia del cittadino qualificato – alla completa applicazione e alla strenua difesa della Costituzione». Egli, comunque, non è categoricamente contrario a eventuali, indispensabili modifiche o aggiornamenti della carta costituzionale. Ne riconosce «i difetti e le deficienze di parecchi istituti e di parecchie disposizioni», ma pensa che essa, prima di ogni eventuale ritocco, debba entrare «nella coscienza popolare come sacra e intangibile» almeno per quanto impalcatura politico-dottrinale. Ma ne riparleremo. Gian Paolo Vitale
Archiviato in:Politica, Storia Tagged: Costituzione, eugenio guccione, quagliariello, sole 24ore, sturzo

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