Nel 2012 uno studio realizzato dalla dott.ssa Jacqueline Harvey dell’University of North Texas ha analizzato la letteratura scientifica relativa al suicidio assistito negli ultimi 20 anni laddove è consentito dalla legge, come Olanda, Oregon e Washington, riscontrando che a seguito della legalizzazione del suicidio assistito, il tasso di suicidio all’interno della popolazione (suicidi violenti e non) è aumentato in modo significativo, soprattutto per gli adolescenti.
Seppur basata su dati statistici, appare confermata la banalizzazione della morte, come molti temevano prima che venisse legalizzato il suicidio assistito. A farne le spese sono le persone più fragili, come appunto gli adolescenti. I dati del 2013 hanno confermato tutto, mostrando che nello stato dell’Oregon, dove il suicidio assistito è legale dal 1998, il tasso di suicidi nella popolazione generale è del 49% più elevata rispetto alla media nazionale. Un altro studio ha rilevato gravi traumi nei parenti di chi è morto per suicidio assistito.
Il 21 maggio 2013 sul “Canadian Medical Association Journal” una ricerca si è soffermata a sua volta sul fenomeno del contagio da suicidio (“suicide contagion” effect). I ricercatori hanno valutato l’associazione tra esposizione al suicidio, idea di suicidarsi e tentativi di suicidio tra i giovani (12-17 anni). Si è concluso che conoscere qualcuno che è morto per suicidio aumenta il rischio di pensare al suicidio e di tentare il suicidio: «Abbiamo scoperto che l’esposizione al suicidio predice la suicidalità», hanno spiegato. «Ciò è vero per tutte le età, anche se l’esposizione al suicidio ha aumentato il rischio più drammaticamente nel gruppo di età più giovane, quando la suicidalità basale è stata relativamente bassa».
In Canada il suicidio assistito è vietato e i ricercatori, dunque, non hanno potuto mettere direttamente in correlazione l’esposizione al suicidio alla legalizzazione del suicidio assistito. Tuttavia, è dimostrato che la legalizzazione del suicidio assistito aumenta enormemente il numero di persone che ne fanno richiesta: a Washington è stato legalizzato nel 2009, ed il numero di decessi per suicidio assistito è aumentato del 17% nel 2012 e del 63% nel 2010.
E’ dunque possibile concludere che la legalizzazione del suicidio assistito aumenta il numero di persone che ne fanno richiesta, aumenta di conseguenza il numero di persone che sono sottoposte all’esposizione al suicidio (amici, parenti ecc.) e, come mostrano gli studi, aumenta anche il contagio da suicidio, in particolare nelle giovani generazioni.
Nel 2008 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stilato un compendio per prevenire il suicidio, dando molta attenzione al fenomeno del “suicidio per emulazione” e al comportamento dei media. Liberalizzare il suicidio assistito sui media e ancora di più nelle aule parlamentari significa contrastare apertamente l’opera di prevenzione al suicidio auspicata dall’OMS.
La redazione