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Legge elettorale: ecco l’accordo definitivo. Giovedì in aula

Creato il 29 gennaio 2014 da Molipier @pier78

Scritto da: Ivan Lagrosa 29 gennaio 2014 in Attualità, News, Politica Inserisci un commento

Matteo Renzi e Silvio Berlusconi hanno finalmente trovato un accordo per modificare alcuni punti critici della proposta di legge elettorale, accordo che permetterà di andare più spediti verso l’approvazione finale, evitando così che la legge venga bombardata da emendamenti in Parlamento.

Diciamo subito, a questo proposito, che in Commissione Affari Costituzionali restano depositati gli emendamenti di Forza Italia, che non li ha ritirati, e un emendamento del Pd che sancisce l’entrata in vigore della legge solo dopo la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie. Anche Scelta Civica aveva chiesto un provvedimento analogo, cioè l’eliminazione della clausola che permetterebbe di votare anche per il Senato nel caso non venga abolito prima delle prossime elezioni. Entrambi i provvedimenti, come si vede, mirano a far si che non si possa andare al voto (con questa legge che sta nascendo) se non dopo aver portato a termine le riforme. Quindi non prima di un anno. In pratica sono provvedimenti blinda-governo.

Venendo nel merito della proposta di legge, tre sono i punti fondamentali che cambiano.

Prima di tutto la soglia da superare per ottenere il premio di maggioranza viene alzata dal 35% al 37%, come chiedevano molti costituzionalisti. Il premio di maggioranza potrà essere al massimo del 15% e comunque non dovrà permettere al partito o alla coalizione che ne usufruisce di superare il 55% dei seggi. Se quindi un partito otterrà il 45% dei voti, il premio sarà solo del 10%.

Altro punto che cambia è quello relativo alle soglie di sbarramento. La soglia per i partiti che si coalizzano passa dal 5% al 4,5%. Resta invariata quella per i partiti che non si coalizzano (8%) e quella per le coalizioni nel loro complesso (12%).

Infine, se ne era molto parlato, viene introdotta la clausola che salva i partiti fortemente radicati sul territorio (vedi Lega Nord). Ebbene, se un partito ottiene il 9% in almeno tre Regioni, entra in Parlamento anche nel caso non superi la soglia di sbarramento (che viene calcolata su scala nazionale).

Si era inoltre molto discusso a quale organo istituzionale attribuire il compito di disegnare le circoscrizioni elettorali. Forza Italia non voleva dare la delega al governo in modo che non fosse il Ministero dell’Interno, quindi Alfano, ad assumersi questo compito. Invece la delega per disegnare le circoscrizioni va proprio al governo, che avrà 45 giorni di tempo per farlo.

Giovedì il testo dovrebbe approdare finalmente in aula.

Forza Italia legge elettorale News PD politca 2014-01-29

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