“L’accordo sulla legge elettorale sia il più ampio possibile, ma si parta da un’intesa nella maggioranza”. Nel giorno dell’incontro con il segretario del Pd Renzi, il presidente del Consiglio Enrico Letta chiarisce la sua posizione sulla modifica del Porcellum. La prossima sarà una settimana “impegnativa e importante”: si aspettano le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale, e se dalla Consulta arriveranno indicazioni chiare, “il 27 gennaio – quando nell’Aula della Camera partirà la discussione sulla legge elettorale – potrà essere una data di partenza”, spiega Letta. E si impegna ad aiutare la maggioranza a ritrovarsi su una delle tre proposte di Renzi (doppio turno di coalizione, Mattarellum corretto, sistema spagnolo).
Al momento, però, un accordo non c’è e i nodi politici restano tutti irrisolti. Il Nuovo centrodestra si dice pronto a reagire se ci dovessero essere strappi, e Fabrizio Cicchitto definisce “prassi inusuale” la calendarizzazione di una legge “della quale allo stato non c’è una riga”. “Non vi illudete, la discussione non inizierà prima di metà febbraio – scommette il grillino Roberto Fico – i partiti vogliono solo perdere tempo, far finta di litigare e mantenere in vita il governo ancora per un bel po’”.
La responsabile riforme del nuovo corso renziano, Maria Elena Boschi, però avverte: non vogliamo essere trascinati nella palude. E non perde tempo nemmeno Silvio Berlusconi, che ribadisce la preferenza per il cosiddetto sistema spagnolo e annuncia un incontro con il segretario del Pd, prima del 27 gennaio.
Marco Cecchini