Come promesso nella scorsa puntata di questa rubrica, eccovi la versione de Le due sorelle in rima. La leggenda è stata narrata in poesia dalla Principessa Teresa Maria Beatrice della Torre-Hofer-Valsassina (1817-1893), castellana di Duino. Il testo che leggerete non l'ho trovato su un libro, ma sul blog Carso segreto di Franco Tauceri (che ovviamente ringrazio ancora per avermi permesso di pubblicarlo).
Dell'alta costa - al piè giacenti, In nivea tinta, - qual per incanto, Quasi fantasmi - dal mar sporgenti, Vedi due massi - l'un l'altro accanto Sbattuti e rosi - dall'onde felle; Sono due scogli - e fur sorelle.
Antica voce - narra, che a sera Ognor tornando, - due giovanette Lievi moveano - sulla riviera, Il mar fissando - mute e solette. Eran sì bianche - eran sì belle! Né mai disgiunte; - eran sorelle.
Qual fu la speme, - quale il desio Sempre deluso - che in lor ardea? Che avvinte insieme - su quel pendio All'orlo estremo - ahi, le traea? Noto al mar forse - ed alle stelle Era il mistero - delle sorelle.
Ma un dì che furo - all'irta sponda, Sempre aspettando - chi non venia, Un nembo surse - e giù nell'onda Insiem travolte - se le rapia! Giacquero immote - le poverelle Unite sempre - perché sorelle.
Ed ora, quando - il firmamento Pallido fassi - e il sol s'adima, Nel mar tuffandosi - già sonnolento, Delle due rupi - sull'ardua cima Brillan cerulee - doppie fiammelle; Sono gli spiriti - delle sorelle.
Deposto il remo - il pio nocchiero, Con gli occhi fisi - e ai lumi intenti, Volge pietoso - il suo pensiero Alla memoria - delle innocenti, Pace pregando - alle sorelle; In vita e in morte - sempre gemelle.
Inutile dire che, se siete a conoscenza di altre versioni delle leggende che vi propongo siete come obbligati (se volete) a segnalarmele così che io possa pubblicarle, anche per una maggior completezza della rubrica stessa.
A presto!
E.