Spesso sento dire che i fumetti non sono una cosa seria. Spesso sento dire che i temi che si possano affrontare in una graphic novel sono molto banali. Spesso sento dire che i fumetti, a livello culturale, non lascino nulla. Di punto in bianco, però, mi capita di leggere certe storie e capisco che tutto quello che sento spesso è fuffa al vento.
Ieri, ero, come sempre d’altronde, in preda alle mie fisse. Un dilemma esistenziale svaniva e, con la stessa enfasi, un altro mi balenava e picchiettava la mente. Le seghe mentali stavano diventando troppo intense tant’è che la testa cominciava seriamente a scoppiarmi. Avevo voglia di staccare la spina, di svagarmi un po’. Tutto ad un tratto, sedendomi accanto alla mia scrivania, mi si presentò davanti un fumetto molto particolare che, circa una settimana fa, mi ero fatto regalare dalla mia mammina. Ne avevo già sentito abbastanza parlare e, appena l’ho visto in libreria, non ho resistito e l’ho acquistato. Si intitola: “Il blu è un colore caldo”.
Sapevo già dal principio che questo fumetto avrebbe trattato un tema davvero molto delicato anche perché, prima di acquistarlo, avevo letto la sinossi sul risvolto della copertina (sono troppo furbo!). Davo per certo che questo romanzo grafico avrebbe, più che assopito i mie dilemmi, contribuito a stravolgerli ulteriormente e perciò, proprio mentre mi accingevo a leggerlo, tentennavo e, alla fine, lo mettevo leggermente da parte. Proprio ieri l’ho letto e, sin dalla prima pagina, mi sono dovuto ricredere totalmente.
L’approccio che si ha con questo libro è, devo dire, molto delicato. La giovane fumettista francese autrice di questo libro cala il lettore lievemente e con dolcezza all’interno di una vicenda che parte già in quarta. Ciò che si sviluppa all’interno della trama è, in poche parole, il percorso di accettazione interiore che vive una comune ragazza, Clèmentine. La pubertà già è complicata di per sé ma se ad essa ci si aggiunge anche una continua lotta contro i pregiudizi e il razzismo della gente tutto è più difficile e tortuoso. Clemèntine, crescendo, si rende conto che la sua natura è leggermente diversa dal normale. In un primo momento non riesce ad accettarsi, quando è sul punto di farlo si accorge che gli altri non riescono a farlo, quando raggiunge una certa serenità tutto viene nuovamente stravolto; ma, alla fine, comprende che la sua natura, può si essere diversa, ma non sbagliata.
Vi dico solo una cosa (rimanga tra noi, mi raccomando): quando ho terminato la lettura di questo fumetto una lacrimuccia si è schiantata contro le candide pagine del volume.