Riporto qui degli estratti dal libro di Irene Bernardini ‘Elogio di una donna normale’, tratti dal capitolo ‘I talenti, le passioni: il futuro‘ che personalmente ho trovato ispiranti ed esplicativi.
“Ma per amare e farsi amare con buone speranze di trarne senso e soddisfazione occorrerebbe farne esperienza da persone intere, realizzate, almeno un po’, in tutte le proprie istanze e competenze. [...] L’insoddisfazione, se ce e facciamo carico, può essere un motere di cambiamento. La resa, no. Il pane e le rose: lo slogan dei mieni anni giovanili. [...] Io ci credo ancora alla necessità delle rose. E, pensando alle donne di oggi, mi piace associare il pane al bisogno profondo di nutrirsi di legami e progetti affettivi, e le rose al bisogno finalmente emerso di coltivare passioni, di affermare i propri talenti, di acquisire saperi e competenze e poi metterli in campo avendone indietro riconoscimento, un riconoscimento che passa anche dal denaro, ovviamente, perchè il denaro garantisce indipendenza e autonomia. E il bisogno, per quella via, di intessere rapporti sociali, conquistare e arredare con i propri convincimenti e valori uno spazio di cittadinanza piena. [...] Ancora tante, troppe giovani donne non scelgono: semplicemente cedono. Al ricatto della famiglia, dei fidanzati, dei mariti (se vai mi abbandoni, se mi abbandoni mi perdi). All’idea che una donna, per realizzarsi veramente, deve mettere su famiglia o, quantomeno, avere un uomo accanto: un’idea ancora potente seppure resa subdola dalla mistificazione di un’emancipazione femminile data per compiuta. [...] Perchè essere innamorati di quel che si fa, con passione, generosità e rigore mi sembra un modo alto, sotto il profilo etico, intendo, di stare al mondo. [...] Però, ragazze, abbiate pietà di me: lo so bene che gli affetti sono decisivi nella vita (mi ci guadagno da vivere con la perentorietà degli affetti), ma so anche che, proprio per questo, per una donna la tentazione di abdicare ai propri talenti per paura di volare senza rete o di essere abbattuta dalle delusioni è grande, una tentazione sostenuta da qualche millennio di cultura maschile che le donne le preferisce a casa, fosse pure quella del Grande Fratello. [...] La qualità della vita di una donna è oggi una questione molto più complessa, è la ricerca quotidiana di integrare il pane e le rose, appunto, gli affetti e i diritti, il dentro e il fuori. Le radici e le ali. Nulla di semplice, d’accordo. Io però ci credo, credo che questa faticosa e acrobatica ricerca sia, per ogni donna che abbia risorse e capacità, e la fortuna di averle potute coltivare, non solo un dovere verso se stessa, ma anche un’assoluta necessità per un mondo che per provare a cambiare ha un gran bisogno che voi ragazze lo prendiate nelle vostre mani. Mani curate, gentili, forti, capaci.”