Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.
Ho delle serie difficoltà a scrivere una recensione a questo libro. Che forse rispecchiano un po' quelle che ho avuto nel leggerlo e che mi hanno fatto impiegare più tempo del solito per poterlo finire. La prima cosa che bisogna mettere assolutamente in chiaro, prima di poter dire qualunque altra cosa, è che questo libro è un capolavoro. Non tanto per la qualità della scrittura (che è comunque notevole), quanto per quello che racconta e per quello che rappresenta. La letteratura è una via di fuga, un'ancora di salvezza, un piccolo angolo di paradiso anche quando ci troviamo all'inferno. Lo è per noi, che viviamo in un mondo relativamente sicuro, almeno per quello che riguarda la nostra sopravvivenza. Un mondo in cui la parità tra uomini e donne c'è, magari non in tutti i settori, magari non tutti ci credono, ma c'è. Lo è per noi che siamo potute andare (scusate, mi viene da parlare al femminile) all'università, che possiamo andare in giro truccate e con le gonne corte. Per noi che non verremo mai denunciate se andiamo in giro con un uomo che non è nostro marito/fratello/padre. Per noi che, se non fosse per i soldi, possiamo muoverci liberamente per il mondo. Immaginate cosa possa essere allora la letteratura per quelle persone, quelle donne soprattutto, che non possono fare quasi nulla di quanto ho descritto sopra. Anzi, che addirittura trovano difficile poter leggere quello che vogliono quando vogliono, perché il loro governo, la loro religione o entrambe le cose proibiscono o censurano anche le cose più banali, come leggere, basandosi su motivazioni insensate e futili. I libri occidentali sono contro la morale, i libri occidentali istigano a comportamenti impudici e scorretti. Soprattutto se sei una donna, e quindi più facilmente influenzabile.
Azar Nafisi in questo libro ci racconta la sua esperienza personale, di insegnante iraniana che vive nei decenni successivi alla rivoluzione (siamo negli anni 80' circa) e che cerca di vivere secondo i suoi principi in un mondo in cui è sempre più difficile farlo. Insegna letteratura all'università e in aula si trova spesso studenti pronti a denunciarla se qualcosa di quello che insegna non è coerente con i principi della catechesi islamica. Quando sarà poi costretta a lasciare l'università, creerà un piccolo club del libro segreto, invitando a partecipare solo studentesse donne, quelle che nel corso dei suoi anni di insegnate ha considerato più intelligenti, più interessate, più in grado di poter capire il vero potere della letteratura. Durante questo club, si parlerà di Lolita, si parlerà di Jane Austen ma si parlerà anche e soprattutto della difficoltà della vita delle donne in Iran, di mariti violenti, di matrimoni combinati, di violenze fisiche e psicologiche che ogni giorno per motivi futili queste donne sono costrette a vivere. Si parlerà della voglia di riscatto, di fuggire ma anche della paura di farlo. E si parlerà d'amore.
Come vi ho detto, il libro è davvero un piccolo capolavoro. E da dove sono arrivate allora le mie difficoltà di lettura? Beh, principalmente dalla mia totale ignoranza. Ignoranza in fatto di letteratura (pur avendo letto tre dei quattro romanzi di cui si parla principalmente: "Lolita", "Il grande Gatsby" e "Orgoglio e Pregiudizio"... mi manca "solo" quelli di James) perché non sarei mai in grado di parlare così tanto e così bene di un romanzo e di collegare alla società attuale. E ignoranza soprattutto in fatto di Islam e dei paesi del medio oriente: so quel poco che viene detto ai telegiornali, nulla di più. Certo so a grandi qual è la situazione delle donne in quei paesi, quanto è difficile farsi una vita ed essere libere. Ma null'altro. Quindi è stato davvero difficile immergersi in questo libro. Ho dovuto informarmi, cercare di capire per poter poi rielaborare il tutto. E devo ammettere che ne è valsa la pena.
"Se mi rivolsi ai libri fu perché erano l'unico rifugio che conoscevo, ciò di cui avevo bisogno per sopravvivere, per proteggere una parte di me che sentivo sempre più in pericolo."
Nota alla traduzione: ho un piccolo dilemma linguistico stupidissimo, davvero una cavolata nel mezzo di una traduzione assolutamente ben fatta. Ma "millefoglie" (intesa come la torta) è maschile o femminile? Io ho sempre detto "la millefoglie"... A parte questo, davvero un ottimo lavoro (quasi non sembra un Adelphi!)
Titolo: Leggere Lolita a Teheran
Autore: Azar Nafisi
Traduttore: R. Serrai
Pagine: 379
Anno di pubblicazione: 2007
Editore: Adelphi
ISBN:9788845918810
Prezzo di copertina: 10€
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