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Leggere migliora l’empatia dell’individuo

Creato il 13 novembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

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I libri rendono più empatici: lo afferma un gruppo di psicologici londinesi appartenenti alla New School for Social Research che di recente ha portato a termine una curiosa indagine di stampo psico-letterario. Lo studio ha coinvolto un cospicuo gruppo di lettori e ha messo in luce risultati alquanto interessanti: gli individui chiamati in causa, la cui età oscillava tra i diciotto e i settantacinque anni, sono stati indotti a leggere per un esiguo arco di tempo una serie di testi variegati, dai secolari best seller ad articoli di scienze e storia e temi vari. Nonostante la natura disuguale sia dei lettori sia delle opere lette, l’esperimento dell’equipe di psicologi ha portato ad un risultato parecchio omogeneo: tutti costoro hanno visto incrementare la loro empatia.

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I libri migliorano la vita, migliorano il rapporto che si ha con gli altri ma anche quello – ancor più delicato – che si è costretti ad avere con se stessi. È questa la diagnosi dell’esperimento compiuto. Sfogliare un qualunque libro anche per pochi minuti al giorno è un vero toccasana per la mente e di riflesso per il corpo: il lettore tende ad immergersi in un mondo che non gli appartiene ma che può sfiorare con mano, nel quale vorrebbe tuffarsi per porsi sullo stesso piano dei protagonisti. Così si immedesima, seppur a distanza, in loro: fa propri i loro dilemmi, le loro esultanze e preoccupazioni, dimenticandosi per un attimo della frenetica vita reale che lo attende al di là di quelle pagine ammalianti. In sostanza il lettore riesce ad alienarsi gettandosi alle spalle la sua quotidianità, la sua immedesimazione gli consente di mettersi nei panni altrui e pertanto di esibire un atteggiamento più benevolo e indulgente nei confronti del suo mondo. Leggere crea un benessere interiore che si riflette però anche all’esterno della persona, aumenta la concentrazione e la serenità dell’individuo eliminando principi di stress.

Fin qui scorre tutto liscio, al punto che si potrebbe pensare di inserire i libri nel catalogo dei farmaci contro iperattività, nevrastenie, disturbi psichici e semplici irascibilità. Ma a rendere più complessa la situazione, ad infrangere brutalmente il quadro idilliaco generato dai libri vi sono dei dati statistici del tutto sconfortanti: le indagini ci riferiscono che in Italia un individuo su due non arriverebbe a completare neppure la lettura di un libro all’anno, senza considerare che il 10% delle famiglie non possederebbe un solo libro in casa. Per costoro leggere rimane un’ignota medicina, una tisana dai sapori inebrianti che le loro labbra non hanno mai sorseggiato, una casa di amorevole cura le cui porte, seppur sconosciute, resteranno sempre aperte nella speranza che il maggior numero possibile di gente le oltrepassi con un buon libro tra le mani.

Fonte: TgCom 24

Antonio Puleri



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