Oh, che piacevole lettura ho avuto con Il castello dei Sogni di Angela White, e voi? Da tanto non leggevo un medioevale cosi! Per essere un'opera prima, veramente molto carino! Voi cosa ne pensate?
Chi di voi, care le mie ladies, ha invece avuto il coraggio di leggere l'extra passion: Nessuna piu' di te, di Lisa Valdez? A dire il vero, io ho iniziato la lettura, ma dopo che la malefica Lady Eleonora, continuava ad incitarmi con insistenza a leggerlo, beh, ho avuto paura. Lady Eleonora, dovete sapere, possiede una vena di pazzia, che il piu' delle volte mi disorienta e spaventa...
Ho mollato il libro, anche solo per il gusto di farle un dispetto.
C'e' da dire, comunque, che dopo una lunga discussione tra alcune ladies,siamo arrivate alla conlusione che comprare un romanzo erotico, anzi extra erotico, vuol dire che non ci si puo' aspettare di leggere un Romance, sono due cose totalmente diverse. Ed immagino che a questo punto siamo arrivate tutte a questa conclusione, non e' vero?
Intanto, sedetevi per qualche momento, e gustando il nostro solito te' con biscottini, ascoltiamo cosa ne pensa Lady Lillubi - brr...continuo ad esortare questa santa donna a cambiarsi il nome, ma lei nulla, imperterrita - dicevo, Lady Lullibu, ci deliziera' con le sue opinioni su Il castello dei Sogni.
Aspettiamo anche i vostri commenti.
Al prossimo te e pasticcini :)
Dame Ross
Dalla scrivania di Lullibi.
Proprio in questi giorni, mi disperavo temendo di non riuscire più a leggere un libro che mi piacesse. Ultimamente troppi romanzi noiosi, superficiali, senza stile. E, invece, a sorpresa, ecco un racconto, interessante già dal suo inizio, scritto veramente bene e con uno stile elegante e ritmico.
Amo molto i medievali e forse questo ha aiutato nell'apprezzare questo romanzo, ma di certo Angela White ha centrato in pieno il mio gusto.
Mi piace come scrive, ogni frase è una pennellata che colora la scena e crea un dipinto. L'atmosfera è tinta di una patina dorata, antica, magica e misteriosa, ma allo stesso tempo triste e fumosa, che accompagna il lettore nello svolgimento della storia.
L'autrice usa le parole per creare una melodia, una ballata malinconica e romantica, dove la poesia regna in ogni passo.
Un esempio minimo, una fra le prime delle tante frasi che mi hanno colpito per la lirica: “Lianne abbassò lo sguardo, il cuore sfiorato dalle dita fredde di una solitudine che sempre più andava ad allargarsi dentro di lei”.
La trama del racconto passa in secondo piano, sono le parole e il loro ritmo a farla da padrone.
Già dal prologo mi hanno risucchiato con il loro incanto, mi hanno incatenato e sono divenuta parte del libro, non riuscendo più a sfuggire ad esso ed immedesimandomi in ogni personaggio.
E' l'uso del punto di vista di ciascuno di loro che mi ha affascinato. Ho trepidato con Lianne e sofferto con Hayden, ho avuto gli incubi, ho amato, di un amore cameratesco, Sir Benjamin.
Erano vivi, come vivo era il contorno, i personaggi tra cui le damine di compagnia, i giovani Justin e Svan, la figura mistica e magica della madre di Lianne, e, sopra tutti, il castello e ciò che simboleggia, un luogo di pace in un mondo martoriato dalla violenza.
Ho inalato il profumo del mare in tempesta e chiuso gli occhi al fulgore del verde dei boschi.
Ogni parola una nota musicale, a volte triste, ma sempre romantica.
La prima volta è descritta in maniera poetica, e io, che amo le scene passionali e molto hot, non ne ho sentito la mancanza.
Non vi sono drammi, equivoci, fughe, personaggi malvagi che tramano dietro l'ombra per impedire la storia d'amore tra i due protagonisti, ma due persone che, pur se predestinate fin dall'inizio, si innamorano piano con dolcezza.
Lui cupo, pur nella sua dorata bellezza, e con l'anima ferita e sanguinante dalle tempeste violente del passato. Lei dolce e innocente, come la salvezza che rappresenta per Hayden. Saggia e paziente, con una conoscenza istintiva e naturale che le fa penetrare a poco a poco la corazza gelida che il marito si è costruito a protezione del proprio cuore, ferito e straziato dalla morte cruda e sanguinosa della madre e della sorella, le persone che amava di più.
Una cerbiatta che addolcisce il leone dormiente, come spesso ci ripete l'autrice. Un leone pericoloso per chi lo sottovaluta, un leone che ha riscattato tutto ciò che aveva perduto per il tradimento di un vassallo. Un riscatto ottenuto con la forza della rabbia della fiera ferita.
Un leone innamorato che con una frase corta ma intensa ha fatto battere e sospirare il mio cuore: “Mi piace sentirtelo dire – mormorò all'orecchio. - Mia signora e mio amore. Battito del mio stesso cuore e respiro della mia anima . Aggiunse con una passione che la fece sciogliere, incendiandole il sangue.”
Mi rendo conto che la mia non sia una vera e propria recensione, questo libro e l'autrice avrebbero sicuramente meritato un elogio più forbito e spiegazioni più esperte; le mie sono solamente le impressioni a caldo di una lettrice, che prova una invidiosa ammirazione del dono di Angela White.
Non posso non elogiare il lavoro di ricerca svolto dalla scrittrice sul periodo di Re Stefano e dell'imperatrice Matilda o Maud. La frase relativa a Enrico figlio di Maud ,“un virgulto di ginestra con la tenacia della gramigna” conferma il lavoro eseguito: “plantageneto” deriva infatti da ginestra (planta genista). E vi è anche un assaggio del mondo dei Vichinghi con i loro dei e le loro usanze. La scena della battaglia tra di loro e i normanni è epica, ha scosso la mia anima moderna con la ferocia cruenta dei duelli e con i pensieri, ora terrorizzati del piccolo Svan e di Justin, ora colmi di strategia di Sir Benjamin.
Ho scoperto termini nuovi che non conoscevo: “Cluniacense” l'ordine dei monaci appartenenti all’abbazia o all’ordine benedettino di Cluny, fondato nel 909 dall’abate Brunone; “Dalmatica” veste indossata dai crociati...
Finora ho letto pochi romanzi di Rose Nostre e questo sicuramente per mio pregiudizio. Non me ne vogliano le altre scrittrici, per questo mio difetto, ma questo libro mi ha fatto ricredere e mi ha suscitato la voglia di leggere anche i loro romanzi, per scoprire se, per mia mancanza, non mi sia persa un mondo intero di favolose storie.
Auspico che questo sia il primo di molti libri, e se questo è l'inizio fremo di impazienza per leggere i prossimi, sperando in un seguito che ci racconti di Sir Benjamin e di Cristian il giullare.
Lullibi