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Lei (Her) – Spike Jonze

Creato il 01 aprile 2014 da Maxscorda @MaxScorda

1 aprile 2014 Lascia un commento

Lei
In un futuro incerto con felicita’ a momenti, Joaquin Phoenix alias il protagonista Theodore Twombly, vive scrivendo lettere d’amore conto terzi (ohhhh che dolce!!) ed oltre questo passa le serate a videogiocare e a masturbarsi telematicamente. Questo futuro non e’ troppo diverso da oggi, solo un po’ piu’ avanti – parliamone – nell’uso della tecnologia informatica. In sostanza un pippaiolo trentenne mollato dalla moglie che ama ancora tanto (ohhhh che dolce!! bis) ha molti piu’ mezzi di noi per crogiolarsi nel proprio compatimento e inventarsi un simulacro di vita.
E’ a questo punto che decide d’installare un nuovo sistema operativo emozionale chiamato OS1, vera e propria intelligenza artificiale dal nome autoproclamato Samantha che ben presto passera’ dal ruolo di segretaria evoluta, poi confidente, amica e uaho! amante.
Non ho mai fatto mistero della mia antipatia per Jonze. Lo so, non e’ tutta colpa sua la permanenza in cima la lista dei fenomeni da baraccone piu’ sopravvalutati della storia del cinema e nemmeno essere il parente misero di Gondry col quale condivide un barlume d’inventiva senza il genio e nemmeno la tecnica del regista francese ma il suo cinema tronfio e supponente ai miei occhi e’ soltanto ridicolo e scontato. Come "Lei".
Jonze non e’ un regista, e’ un commerciante, un venditore di gadget griffati, uno che si mette a tavolino e non dice creo arte ma vendo merce. "Lei" e’ il prodotto perfetto studiato da affermati professionisti per il trentenne medio iPhone dotato. Avere trent’anni, essere nel pieno delle forze e delle energie ma nel contempo sentir salire la consapevolezza che il meglio potrebbe ormai essere alle proprie spalle, il senso d’immortalita’ che sfuma lentamente nelle serate perdute davanti all’X-Box ma soprattutto c’e’ sempre, ricordiamolo sempre, una storia d’amore finita male, di quelle che fanno contemplare il tramonto domandandosi se la felicita’ esiste veramente.
Lo dico con tutta l’onesta’ possibile, dieci anni fa forse una sciacquatura simile avrei potuta berla anche io perche’ ci si passa tutti e ci si passa sempre ma oggi sulla distanza, sorrido e compatisco dall’alto di chi il suo bel calice di merda se l’e’ gia’ scolato.
Non parliamo poi delle signore, specie le divorziate o mai accasate, che per un orsacchiottone baffuto come Phoenix , lascerebbero direttamente le mutande a casa senza passare per il via. Poi tutti bravi, eh?
Finale che fa riflettere. Si fa riflettere chi come me lavora nell’IT da quasi un quarto di secolo e spera che tutti gli inviti a farsi fottere lanciati a programmi e sistemi operativi, arrivino prima o poi a segno.
Percio’ dico, se non piace, facciamoci una risata, se invece piace tantotantotantotanto, posticipiamo la risata tra un paio di lustri.

Sal 9000: «Sognerò?»
Chandra: «Certo che sognerai. Tutte le creature intelligenti sognano… ma nessuno sa perché.»

Arthur C. Clarke, "2010: Odissea due" (1982), nell’unica filosofia cibernetica mai scritta.

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