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Leni Riefenstahl e la lunga amicizia con Hitler

Creato il 22 settembre 2013 da Sulromanzo
Autore: Elena SpadilieroDom, 22/09/2013 - 14:30

Leni RiefenstahlRicordando le donne di Hitler, il primo pensiero è immancabilmente rivolto ad Eva Braun, sua storica amante. Eppure c'è un altro nome a lungo associato al Führer: Leni Riefenstahl, regista e fotografa, autrice di film che esaltavano l'ideologia nazista. A provare una ricostruzione della biografia di questa controversa artista è Lilian Auzas, in questi giorni in libreria con Riefenstahl (edizioni elliot).

Nel tentativo di tracciare la vita della Riefenstahl (morta a 101 anni, nel 2003), Auzas pone al centro del suo lavoro un quesito: Leni ha appoggiato in pieno le teorie naziste o, preda dell'ambizione, ha finto di non vedere le atrocità compiute, soprattutto quelle in nome della razza ariana? È certo che la Riefenstahl sia un caso che, da sempre, ha suscitato l'interesse per la sua compromissione col regime e, nonostante tutto, la successiva capacità di sopravvivergli; c'è anche chi s'interroga sulla sua dimensione soggettiva – divisa da quella ideologica –, che presentava una donna anticonformista, lontana, secondo gli studiosi, dal modello tipico di femmina nazista.

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Leni nacque come ballerina e, in seguito a un infortunio, appena ventinovenne, seppe reinventarsi nelle vesti di regista e fotografa. Realizzò dei documentari in sostegno del Terzo Reich e divenne molto amica di Hitler. Eppure, nella lunga serie di processi che l'hanno vista imputata a causa della sua vicinanza al potere, Leni è sempre stata scagionata: la sua attività è stata concepita da alcuni come una serie di commissioni «commerciali finalizzate all'esecuzione di progetti artistici», da altri come l'azione di una donna astuta, capace di adattarsi ai tempi. A chi l'accusava di essere filonazista, ella rispose: «Sono un'artista fino alla punta dei capelli, è questo essere Leni!». Certo è che Auzas, il quale si è avvicinato alla Riefenstahl grazie alla comune passione per l'arte africana, con il suo libro permette una riflessione più approfondita su di lei, gettando uno sguardo più intimo e personale alla sua carriera.

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