La particolarità di tale lenticchia, dal colore marrone-violaceo, è che si tratta di un biotipo molto antico, tanto da essere nominata in documenti monastici dell'anno 998! Il suo habitat ideale è nelle montagne abruzzesi su terreni calcarei, coltivati sui 1200 metri, habitat perfetto al punto di non necessitare di alcun tipo di concimazione. La raccolta avviene nel mese di agosto, ma maturano in tempi diversi a seconda dell'altitudine del campo. A volte trascorrono 15giorni tra a falciatura manuale e la battitura: le piantine falciate, se lasciate sul campo nutrono i semi portandoli a maturazione. La raccolta avviene ancora come mille anni fa ed è molto faticosa.Per questi motivi sono molto orgogliosa di avere queste stupende lenticchie nella mia dispensa e dopo averle cucinate ci si rende davvero conto di quanto siano genuine e nutrienti. Il modo migliore per cucinarle, infatti, è semplicemente portandole in cottura con acqua, uno spicchio di aglio ed erbe officinali miste delle quali disponete in casa, come l'alloro, il timo, sale integrale e dell'olio extravergine di alta qualità a metà cottura.
Potete ordinare le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio rivolgendovi a Giuseppe Baiocco dell'Azienda Mangiare Abruzzese : 347 7331753 - foddabruzzi@gmail.com
Gli spaghetti in primo piano sono di farro, trafilati al bronzo, da lenta essiccazione a bassa temperatura. Prodotti dall'Azienda di Alfonso Papaoli. Ne avevo parlato in questo articolo.