Come ho avuto modo di anticipare nel post che ho scritto su Non solo Turisti, dovendo fare una classifica di ciò che mi ha colpito di più nelle due giornate milanesi sicuramente al primo posto metto L’Ultima cena di Leonardo da Vinci.
L’opera è famosissima e grazie al successo letterario de Il Codice Da Vinci di Dan Brown ormai anche i profani di storia dell’arte la conoscono. Un conto, però, è aver visto una rappresentazione del dipinto in un libro di storia dell’arte o averne sviscerato la simbologia recondita insieme a Robert Langdon-Tom Hanks; tutt’altro è ritrovarsi di fronte alla parete su cui è impressa quest’opera pittorica di 4,6 x 8,8 metri. Io sono rimasta a bocca aperta per 15 minuti (questa la durata standard della visita) e so che non guarderò più un’immagine de L’Ultima Cena con lo stesso spirito di prima.
Il Cenacolo è una delle opere celebri del periodo milanese di Leonardo: assunto alla corte degli Sforza, Leonardo completa l’opera tra il 1495 e il 1498 nel Refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie per volere dell’allora duca di Milano, Ludovico il Moro. Invece di realizzare un affresco, come la tecnica del tempo richiedeva, Leonardo impiegò una nuova tecnica che richiese tempi più lunghi e che – ahinoi – ha impedito all’opera di conservarsi integra nel corso dei secoli. Numerosi sono stati infatti gli interventi di restauro; l’ultimo in ordine cronologico, durato dal 1978 al 1999, ha cercato di eliminare le tracce dei restauri precedenti per riportare alla luce per quanto possibile l’originale. Il risultato è sensazionale. Pensare, poi, che nel 1943 i bombardamenti alleati su Milano hanno raso al suolo il refettorio e che il muro de L’Ultima Cena è l’unico ad essersi salvato rende l’opera ancora più preziosa.Ritrovarmi a pochi passi da questo capolavoro del Rinascimento italiano mi ha fatto ricordare perché mi è sempre piaciuta la storia dell’arte; avere accanto Stefania, che nutre una passione viscerale per Leonardo, ha reso l’esperienza unica e indimenticabile. La competenza di Stefania mi ha permesso di notare dei particolari fondamentali, tra cui la volontà dell’artista di rendere i chiaroscuri attraverso una combinazione tra la luce che proviene dal soggetto dell’opera e quella reale, che all’epoca proveniva dalle tre finestre poste sulla parete alla sinistra del dipinto.
Per vedere da vicino L’Ultima Cena occorre armarsi di pazienza e monitorare il sito internet per accaparrarsi un biglietto. Essendo questo uno dei siti più visitati di Milano, la prevendita dei biglietti avviene con largo anticipo. Il costo è di soli 8,00 € e vi garantisco che sono soldi spesi bene.
Se decidete di concedervi una sosta al Cenacolo, prolungate la vostra visita ed entrate anche alla sacrestia Bramante (sempre presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie): fino a dicembre 2013, infatti, a rotazione e con temi sempre diversi qui saranno esposti i disegni originali di Leonardo che compongono il Codex Atlanticus. Questo è il vero “Codice Da Vinci” (altro che Dan Brown!), “rubato” da Napoleone nel 1796 e recuperato (per fortuna!) dopo il 1815 grazie ad Antonio Canova. L’aggettivo “atlantico” che definisce il codice non ha implicazioni geografiche, ma è un riferimento alla dimensione delle pagine che componevano il codice, simili a quelle di un atlante appunto. Ognuna di queste pagine è singolare, perché oltre ad appunti e annotazioni contiene disegni e ghirigori realizzati dalla mano (sinistra) di Leonardo che non sono per niente campati per aria, ma dimostrano l’interesse dell’artista a 360° per le problematiche del suo tempo. Se volete, un genio anche per questo.Ovviamente opere di questo calibro non si possono fotografare, per cui purtroppo non ho immagini a corredare quanto scrivo. Un peccato, certo, ma l’importante è che ci sia concesso almeno di vederle. Al massimo, possiamo sempre comprare delle cartoline
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As I anticipated in the article I wrote on Non solo Turisti (link soon available), if I should mention what affected me most during my short visit to Milan I’d definitely choose The Last supper by Leonardo da Vinci.
This work is very weel known in itsself but after the bestseller by David Brown, The Da Vinci Code, it became rather famous even among people who don’t have a clue on art history. Well, looking at a representation of the famous painting in an art history book, or gutting its hidden symbolism together with Robert Langdon-Tom Hanks is one thing; standing in front of the wall which hosts this painting of actually 4,6 x 8,8 metres is something totally different. I was speechless for the whole visit (15 minutes as allowed) and I’ll definitely look at any illlustration of The Last Supper in a different way hereafter.
This is one of the renowned works of the period Leonardo spent in Milan: hired by the Sforza family as the court artist, he was commissioned the work by Ludovico the Moor, the then Duke of Milan, who wanted it to be located in the refectory of the convent of Santa Maria delle Grazie. Leonardo completed the painting between 1495 and 1498: instead of using the fresco technique, as usual at that time, he chose to experiment a new technique which required him more time to get the work finished and also prevented its integral conservation during the centuries. Many restoration works were made on the painting indeed; the last one, lasting from 1978 to 1999, aimed to remove traces of previous restorations in order to unearth Leonardo’s original work as far as possible. The result is stunning and looks even more precious if you think that back in 1943 the Allied bombing in Milan razed the whole refectory; only the wall where The Last Supper had been painted remained intact.
Standing only a few meters from this masterpiece of the Italian Renaissance reminded me why I always liked art history. But the experience was far more unique since there was a number one fan of Leonardo next to me. Indeed, thanks to Stefania’s expertise I could take note of many fundamental details, such as the artist’s desire to make the light and shade by combining the light given by the subject with real light, this latter coming from three real windows on the left wall.
Curious to see The Last Supper? You’ll need some patience then and start monitoring the website to get a ticket. As this is one of the most visited sights in Milan presale starts well in advance. The ticket only costs 8,00 € and trust me, the visit is really worth it.
If you are going to stop at the refectory of Santa Maria delle Grazie you should then spend another few minutes to enter the Sacrestia Bramante. Focusing on a different theme each time, a series of exhibitions of the original drawings of Leonardo’s Codex Atalnticus will be held here until December 2013. This is the real “Da Vinci Code” (nothing to do with Dan Brown!): brought to Paris by Napoleon in 1796, the Codex returned to Milan after 1815 thanks to Antonio Canova. The Codex is named after its big format, typical of a geographical atlas: each page contains notes, drawings and doodles made by Leonardo’s left hand, what clearly demonstrates the artist’s full interest in all major issues of his time. What makes him a real genius, if you like.
I’ve got no images to accompany my words since works of this kind cannot be photographed of course. And that’s a pity, to say the least, but maybe we should just be grateful for being allowed to actually see them. After all, there’s always the possibility to buy some postcards