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Leonardo da Vinci – Aforismi V

Creato il 19 aprile 2014 da Marvigar4

leonardo

E questo omo ha una somma pazzia, cioè che sempre stenta per non istentare, e la vita se li fugge sotto speranza di godere i beni con somma fatica acquistati.

La natura pare qui in molti o di molti animali stata più presto crudele matrigna che madre, e d’alcuni non matrigna, ma piatosa madre.

Io t’ubbidisco, Signore, prima per l’amore che ragionevolmente portare ti debbo, secondaria ché tu sai abbreviare o prolungare le vite a li omini.

Ecco alcuni che non altramente che transito di cibo, e aumentatori di sterco e riempitori di destri chiamarsi debono, perché per loro non altro nel mondo apare, alcuna virtù in opera si mette, perché di loro altro che pieni destri non resta.

Tristo è quel discepolo che non avanza  il suo maestro.

Tanto è a dire ben d’un tristo, quanto a dire mal d’un bono.

La memoria dei beni fatti, appresso l’ingratitudine, è fragile.

Reprendi l’amico tuo in segreto e laldalo in paleso.

Non esser bugiardo del preterito.

Chi teme i pericoli non perisce per quegli.

Lussuria è causa della generazione.

Gola è mantenimento della vita.

Paura over timore è prolungamento di vita.

Dolor è salvamento dello strumento.

Ogni danno lascia dispiacere nella ricordazione, salvo che ‘l sommo danno, cioè la morte che uccide essa ricordazione insieme colla vita.

Nessuna cosa è da temere quanto la sozza fama. Questa sozza fama è nata da’ vizi.

Il voto nasce quando la speranza more.

La ‘nvidia offendo con la finta infamia, cioè col detrarre, la qual cosa spaventa la vertù.

La fama vola e si leva al cielo, perché le cose vertudiose sono amiche a Dio.

La infamia sottosopra figurare si debbe, perché tutte le sue operazioni sono contrarie a Dio e inverso l’ìnferi si dirizzano.

Facciàno nostra vita coll’altrui morte.

Ogni cosa per distirpare il tristo.

Ogni torto si dirizza.

Cogli la gremigna perchè le bon’erbe crescino.

Tal fia il getto qual fia la stampa.

Di lieve cosa nascesi gran ruina.

Costanzia: non chi comincia, ma quel che persevera.

Al cimento si conosce il vero oro.

L’acqua che trabocca sopra i sua ripari, quegli discalza e ruina dalla opposita parte.

Dimanda consiglio a chi ben si corregge.

Giustizia vol potenzia, intelligenzia e volontà, e si assomiglia a’re delle ave .

Chi non punisce il male, comanda che si facci.

Chi piglia la biscia per la coda, quella poi lo morde.

Chi cava la fossa, questa gli ruina addosso.

Chi scalza il muro, quello gli cade addosso.

Chi taglia la pianta, quella si vendica con la sua ruina.

Al traditore la morte è vita, perché se usa lialtà non gli è creduta.

Non si po’ aver ragione né minor signoria che quella di se medesimo.

Più facilmente si contasta al principio che alla fine.

Nessun consiglio è più leale che quello che si dà dalle navi che sono in pericolo.



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