France 33 - 6 Australia
(primo tempo 16-6) Procedendo con le nostre analisi, arriviamo dove finiscono le lezioni australi e troviamo dei boreali in grado di bacchettare allievi che, come si diceva un tempo, sarebbero intelligenti e capaci ma non si applicano: la Francia in versione più che sperimentale non ha problemi statici né dinamici né tantomeno tattici a rovesciare come un guanto i Wallabies.Merito dei primi o demerito dei secondi? Come sempre i fattori si intrecciano: è difficile non rimembrare l'Australia deludente della prima parte del The Championship. Difatti anche qui i Wallabies comandano le statistiche di possesso e territorio: perfetto indicatore della inefficiacia di un gioco multifase d'attacco insistito ma prevedibile, giocato da protagonisti che concedono quel mezzo secondo o quei cinque centimetri che fanno la differenza tra un offload e un palla persa, tra un sostegno e un sealing off. Ciliegina sulla torta, la mischia ordinata brutalizzata dai francesi. La prima linea Wallabies viene martellata dall'arbitro Nigel Owens, quasi in risposta alle dichiarazioni della vigilia di coach Deans, "oramai gli arbitri hanno capito il modo australiano di far la mischia e lo sanno interpretare correttamente"; una prima linea che accetta l'ingaggio e non ha mezzi per evitare di subirlo, a giudicare dal tutto sommato esiguo numero di reset. Come si fa a voler passare indenni dallo Stade de France e Twickenham, senza una solida e provata strategia di mischia ordinata? Se non cambiano qualcosa, 'sti qui incontreranno problemi grossi pure a Firenze ...
Lato franco, coach Saint'André è stato abile a dissimulare: uno schieramento ampiamente sperimentale, la tradizionale pressione che Les Bleus subiscono in casa e le sue dichiarazioni: "La Francia è ancora lontana almeno un anno dall'identificare una formazione definitiva, a chiarire alcuni ruoli chiave e avere un gioco", han forse rilassato oltremodo l'avversario, parso quasi ancora in confusione da fuso orario. Sta di fatto che la selezione messa in campo, abilmente liberata da pressioni dal coach, ha mostrato gran coraggio difensivo e intraprendenza in attacco, oltre a una serie di gran bei movimenti corali "alla francese", cose che riescono quando tutto gira alla perfezione.
La prima citazione di merito va quindi all'inedita "cerniera" Racing-Tolonese Machenaud-Michalak: se il secondo si conosce, si sa che è in splendida forma da nove mesi oramai tra Sharks e Tolone, anche il 23enne ex Agen è stato convincente in regìa,
La fase di studio tra le due nazionali è duratauan dozzina di minuti, tempo per uno scambio di piazzati tra Frédéric Michalak e Mike Harris, schierato estremo (in mediana australiana ci sono l'attivo ma non di gran classe Phipps e il Beale un po' sfavato di tutta la fase post SuperRugby).
Al dodicesimo minuto c'è la prima mischia della partita: la prima linea dove a sinistra si schiera il debuttante Jannick Forestier di Castres con Mas e Szarzewski, col supporto di Papè e dell'altro esordiente Jocelino Suta da Tolone, sponge indietro gli australiani Robinson-Kepu e Polota-Nau sostenuti da capitan Sharpe e Kane Douglas; la terza linea Hooper-Palu-Dennis deve rimanere in spinta per tener salda la baracca, Louis Picamoles sceglie il momento giusto nella più classica delle azioni da numero otto prendendo palla, scattando sui cinque metri e deponendo in meta: 10-3.
La reazione australiana non si fa attendere: controllano il possesso e s'installano nel territorio dei francesi, protagonisti i ball carrier Polota-Nau e Sharpe. Altrettanto attivi e impavidi sono i francesi sul punto di incontro: Nyanga e Ouedraogo non fanno rimpiangere l'assenza di capitan Dusatoir e la linea non viene superata. Spinti indietro gli australiani, Michalak può approfittare di un tenuto di Hooper per marcare il 13-3 da trenta metri al 35'. Poco dopo è il pilone Forestier a operare una percussione profonda della difesa australiana, il sostegno è puntuale, Michalak è messo nelle condizioni ideali per piazzare un drop, per tornare a les vestiaires con un confortevole 16-6 in saccoccia.
Tranquillizzati dalla capacità di reggere senza falle - e falli - il possesso e le testate australiane e dalla propria efficacia quando arrivano nel territorio avverso, i franchi danno il meglio nel secondo tempo.
Poco dopo i primi cambi in prima linea (Domingo per l'ottimo Forestier, Kayser a tallonare) , Beale prova col gioco tattico a guadagnar terreno. La palla viene presa dall'altro nuovo da Castres, l'estremo Brice Dulin, il quale lancia Michalak che sfonda la linea e offre a Fofana oggi schierato ala con Clerc (in mezzo il duo Fritz-Mermoz) la seconda meta di giornata al 54': 23-6. Dieci minuti più tardi è nuovamente la mischiaa mettere ripetutamente in crisi quella avversa - è entrato anche Debaty al posto di Mas, ma mutati i fattori il prodotto non cambia; all'arbitro Owens non resta che concedere la meta di penalità per il 30-6. C'è gloria anche per Parra, che centra un penalty da quaranta metri per il finale 33-6.
Spazio per tutti nella festa: Chouly al posto di Picamoles, Huget per Fritz, Trinh Duc per Michalak, anche pe ril 20enne Sebastien Vahamahina, openside /lock dell'USAP al posto di Nyanga.
Una bella carica di fiducia per i francesi, una vittoria molto produttiva anche per il ranking - superano gli inglesi al quarto posto e avvicinano i Wallabies, scavalcati al secondo dagli Springboks; una carica che serve perché si approssima la reale bestia nera dei Bleus, più pericolosa che mai quest'anno: i Pumas, anche loro saliti di un gradino nel ranking a spese dell'Irlanda e col sesto posto del Galles nel mirino.