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Les Fauves, le belve dei colori

Creato il 22 febbraio 2016 da Artesplorando @artesplorando

Les Fauves, le belve dei colori

Andre Derain, donna in camicia

Abbiamo già visto come Van Gogh e Gauguin fecero sentire la loro influenza su una vasta schiera di artisti che animarono l'espressionismo.
Entrambi incoraggiavano ad abbandonare le sofisticherie di un arte estremamente raffinata per forme e schemi cromatici schietti e immediati. Spinsero ad amare intensamente i colori semplici e le audaci armonie "barbariche" e a rifiutare le sottigliezze.
Nel 1905 un gruppo di giovani pittori conosciuti come Les fauves (che significa "bestie feroci" o "selvaggi") allestì una mostra a Parigi che avrebbe cambiato le sorti della storia dell'arte (Salon d'Automne). Il fauvismo fu il primo movimento espressionista europeo ma, a differenza dei successivi, non nutrì interesse per le questioni politico-sociali. Il rifiuto palese delle forme naturalistiche e il gusto per i colori forti, diede loro questo nome. In verità i loro vi fu ben poco di selvaggio.

Les Fauves, le belve dei colori

Esposizione dei Fauves
al Salon d'Automne di Parigi nel 1905,
da L'Illustration

I tedeschi giudicarono i fauves espressionisti quando conobbero i loro quadri. Confronti più recenti hanno consentito di meglio definire i termini di una simile identificazione. In primo luogo i fauves furono soprattutto pittori; e gli espressionisti tedeschi incisori. In Francia il modo di stendere il colore
era assai diverso, e così pure lo spirito stesso della pittura era di una leggerezza ancora naturalista.
Henri Matisse (1869-1954) fu il più famoso del gruppo. L'artista partì dallo studio degli schemi cromatici dei tappeti orientali e delle suggestioni nordafricane, sviluppando uno stile che ha influenzato molto il disegno moderno.Il fauvismo fu una meteora di breve durata, già verso il 1907 era ormai passata, ma la sua influenza  sull'evolversi dell'arte contemporanea fu importantissima e durevole.
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Les Fauves, le belve dei colori

La meteora artistica del fauvismo ebbe tutto il merito di dare un taglio netto all'idea che legava l'arte all'imitazione naturalistica della realtà. Per fare questo gli artisti del movimento fauve usarono i colori primari in maniera sfacciatamente antinaturalistica: non c'è quindi da stupirsi nel trovare alberi viola e figure umane rosse, scelti ed accostati in modo libero e arbitrario. Questi pittori si facevano guidare dall’armonia della composizione, affidando l'idea della profondità alla visione di scorcio su un unico piano e al contrasto cromatico, invece che alla prospettiva.
I maggiori esponenti del fauvismo furono, oltre a Matisse: Marquet, Derain, de Vlaminck, Braque, molti dei quali erano stati allievi di Gustave Moreau, il cui insegnamento aveva dato un contributo fondamentale alla nascita e allo sviluppo del movimento.

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Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

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