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Lesa libertà di manifestare

Creato il 15 ottobre 2011 da Laperonza

manifestazione, infiltrati, indignati, black, blocs, blocksIn Italia ora non si può più manifestare. Una volta per reprimere le manifestazioni si usavano le cariche della polizia ma ci si è resi conto che la misura poteva essere un boomerang. Le teste spaccate dei pacifici manifestanti non erano ben accette dall’opinione pubblica moderata oltre che da quella schierata con i cortei. Ci si è quindi accorti che esistevano frange di facinorosi pronti a spaccare tutto quando si fosse reso necessario e quando opportunamente richiesto. Sono quei giovani fascisti che fanno della violenza, sia essa verbale che fisica, una ragione di vita e uno strumento di lotta politica. Chi sa come usare certe cose ha capito che era molto più facile e proficuo sguinzagliare i fascistini con il viso coperto nelle manifestazioni per seminare violenza, panico, odio. Lo scopo, normalmente raggiunto, è quello di far sì che ogni manifestazione diventi un esempio di intolleranza e l’opinione pubblica non scinda i manifestanti pacifici e legittimi dai facinorosi opportunamente infiltrati. Ecco cosa sono i black blocks. Sono fascisti al comando del potere che sfidano lo Stato al servizio dello Stato. Ecco perché ogni manifestazione in Italia è macchiata di violenza. Ecco perché diventa impossibile manifestare pacificamente per le proprie convinzioni e per i propri diritti. Ecco perché non si riesce ad evitare che questi delinquenti legalizzati siano sempre presenti. Non sono lì per caso: c’è qualcuno che li manda. Poi arriva il politico di turno che punta il dito contro l’oppositore dandogli del violento e dell’eversivo. Quel dito era carico in tasca già da prima dei disordini.

Luca Craia


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