MULTICENTROITALIA - compresse effervescenti
Contro gli effetti indesiderati dell’esterofilia conclamata e sospetta
Indicazioni terapeutiche
Sintomi lievi e marcati di esterofilia endemica, tra cui: attacchi di rabbia, delusione, impotenza, avvilimento, claustrofobia, propensione allo sproloquio e al vituperio, intolleranze locali di vario tipo, allergie governative, infatuazione per qualunque luogo si trovi oltre i confini geografici italiani.
I sintomi sovra descritti (anche se marginali nel resto dell’anno) tendono ad acuirsi dopo il soggiorno estivo in una qualunque località straniera. Con frequenti episodi di nostalgia retroattiva, sovente accompagnati da copiosa lacrimazione.
Nei casi più gravi sono stati riscontrati comportamenti compulsivi di particolare rilievo, come:
Incontrollate e ripetitive comparazioni tra il nostro sistema sociale e quello di qualunque altro paese considerato civile. Violente pulsioni all’espatrio. Marcata intolleranza verso i mass media nazionali; con conseguente, possibile sviluppo di dipendenza da Internet e/o da altre fonti di libera informazione. Patologica coazione ad usare forme lessicali e parole straniere, anche nelle conversazioni quotidiane.
Composizione
Principio attivo: orgoglio nazionale in alta concentrazione
Eccipienti: edulcoranti, rasserenanti, coloranti naturali.
Avvertenze:
Non somministrare a cardiopatici gravi, asmatici, donne oltre il sesto mese di gravidanza e depressi cronici. Alle prime tre categorie sono sconsigliate le salite troppo ripide. All’ultima, non c’è un accidente che faccia bene.
Modalità di utilizzo:
- Soggiornare per qualche giorno (dai cinque ai sette sono sufficienti) in una qualche parte del centro Italia. Alcuni casi di parziale guarigione dall’esterofilia, ad esempio, sono stati accertati in Toscana, nella zona nota come Garfagnana.
- Visitare con impegno i tanti piccoli borghi disseminati sulle colline lucchesi, che riservano sempre panorami mozzafiato, angolini suggestivi, pievi romaniche che spuntano dal fogliame e bellezza ovunque: nelle pietre e nei selciati, in qualsiasi piazza assolata, nei cortiletti nascosti e nei fiori esibiti in ogni centimetro di spazio libero: alle finestre, accanto alle scale delle case o per strada.
- Capitare a Barga, piccolo comune del Lucchese, per constatare che:
• Oltre ad essere uno dei borghi più belli d’Italia, con i pittoreschi vicoli medievali abbarbicati intorno allo splendido Duomo, è anche bandiera arancione del Touring club e “città slow”.
• Oltre ad essere ricco di storia e arte antichissime, assai più di recente ha dato i natali a ben tre pittori, di cui uno (morto nel ’79) tanto bravo quanto sconosciuto: Bruno Cordati.
• Oltre ad essere luogo frequentato da poeti come Giovanni Pascoli, ha un teatro (il Teatro dei Differenti) dalla ricca storia e dalla ricchissima, attuale programmazione.
• E infine, nonostante abbia poco più di 10.000 abitanti, organizza da ben ventiquattro anni un prestigioso e lodevole concorso internazionale: il Bargajazz, che premia le composizioni e gli arrangiamenti delle migliori orchestre di tutto il mondo.
Passare una giornata in un posto come questo, lasciarsi cullare dalle molte lingue che s’incrociano senza fretta nei vicoli, bere qualcosa nel bar di un’incantevole piazzetta invasa dal suono di un sax nascosto chissà dove, chiacchierare con il simpatico nipote di Bruno Cordati (che nel suo palazzo organizza mostre e ospita musicisti e viaggiatori), offre una sensazione dimenticata e pacificante: quella di essere al centro del mondo.
Proprio come doveva succedere, tanti e tanti anni fa, in molte città italiane.
L’effetto terapeutico ha del miracoloso, perché improvvisamente viene voglia di sognare e di sperare.
Sperare che l’Italia, paese di santi, poeti e navigatori… creativi, artisti, idealisti, letterati, musicisti, imprenditori, inventori e cervelli (anche se in fuga) di ogni tipo, abbia un moto d’orgoglio e si rimetta in piedi. Riprenda coscienza di ciò che è stata e che potrebbe essere ancora e di nuovo. Si svegli completamente dai brutti sogni e ci guarisca, una buona volta, dall’esterofilia endemica che (volenti o nolenti) ci contagia tutti.