Nasi arrossati, piedi ibernati, mani screpolate e fazzoletti alla mano: E’ INVERNO!!
I nostri occhi sbrilluccicosi che sembrava volessero urlare “wooow” di fronte al primo fiocchetto di neve, ora sono fissi per terra a tentare di controllare, in modo quasi matematico, i centimetri di terreno sui quali l’aderenza è maggiore. Le nostre labbra aperte che mostravano stupore misto a felicità dietro il vetro delle finestre imbiancate, ora sono intente a borbottare parole non propriamente politicamente corrette.
Verrebbe da dire: Una settimana di coltre bianca sui nostri giardini: un’evidente esaurimento dei nostri vicini.
L’atteggiamento nei confronti del fenomeno blizzard è da valutare in base alla generazione d’appartenenza: la fascia A, che va dai 0 ai 13 anni, è caratterizzata da positività ed eccitazione chiaramente giustificati dalla chiusura delle scuole e possibilità di giocare pomeriggi interi fuori casa.
La successiva fascia, la B (14-23) mantiene invariata la positività ma declassa l’eccitazione in tolleranza verso le limitazioni.
La fascia C (24 +) ritiene positivi ed eccitati i primi 7 minuti di nevicata, tempo utile per mettere sul fuoco il latte, aprire la confezione di ciobar accuratamente comprata per l’occasione, e bere il tutto davanti alla finestra: Finita la cioccolata, finita la gioia.
Se L’accompagnamento musicale dei nostri pensieri in mezzo a questo candore fino a qualche giorno fa era “let it snow” ora l’insofferenza generale rende più adatto il motivetto della Gocci “Maledetta primavera”.
Ma troppo presi dal pensiero ossessivo di come gestire al meglio i blocchi fisici intervenuti nella nostra routine, non ci stiamo forse perdendo qualcosa??
Cosa c’è di più romantico di un bacio sotto la neve, di più disarmante delle guance rosse-rosse di un bambino, di più divertente di una scivolata sullo slittino mezzo rotto che ti fa finire sempre e comunque col sedere a terra??
Ne esaltano la bellezza i poeti , la musicano i cantanti: E’ NEVE, gente; solo neve! Una splendida copertura di ghiaccio che regala ai soliti paesaggi, che i nostri sguardi ormai imparato a memoria, una nuova, inaspettata, meravigliosa sfumatura.