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Let me google that for you

Creato il 09 gennaio 2013 da Hnikarr

L’argomento di oggi sarà leggero e scherzoso, una pausa rilassante prima di tornare ad argomenti più “sudati” (ho in programma una serie di guide all'uso di Blender e non sarà una passeggiata, né da scrivere né da leggere). Sarà anche una occasione per riflettere su alcuni usi e costumi che la Rete non ha creato, ma che certo ha accentuato. Avere dubbi, domande e difficoltà varie è cosa del tutto normale. Quando si hanno problemi, le linee di azione possibili sono fondamentalmente due: cercare una soluzione per proprio conto, oppure chiedere ad altre persone. Anche questo è normale. Cercare una soluzione a un problema, al giorno d’oggi, significa molto spesso aprire una finestra di Google (o di Bing, o DuckDuckGo, o qualunque sia il vostro motore di ricerca preferito), digitare una o più parole che descrivano il problema e guardare cosa ne esce: come eseguire una certa operazione col programma X, la lista degli idraulici più vicini a voi, gli orari di treno o aereo, i prezzi di un determinato prodotto, eccetera. E anche qui ci manteniamo nell'ambito della normalità. Che succede quando invece chiediamo a qualcun altro? Se questa persona conosce già la risposta al nostro problema, allora semplicemente ce la dirà; se non la conosce, probabilmente aprirà a propria volta una finestra di Google (o Bing, eccetera eccetera) e cercherà la risposta. Può darsi che proprio non abbia idea di come risolvere un certo problema, oppure può darsi che voglia assicurarsi della correttezza della sua soluzione, in ogni caso un giro sui motori di ricerca lo si fa quasi sempre. In certi casi, la soluzione è complessa e richiede che i risultati di una ricerca siano combinati con conoscenze precise: è allora normale chiedere aiuto a qualcuno più esperto di noi. Ci sono casi, però, in cui una semplice ricerca può darci la risposta (che probabilmente non sarà quarantadue), ma noi chiediamo lo stesso a qualcun altro, per pigrizia. Let me google that for you è un sito che si rivolge proprio a questi casi. Let me google that for you
Come spiegato già nella prima pagina, Let me google that for you è un sito dedicato a tutti coloro che sono troppo pigri per cercare una risposta in prima persona e preferiscono chiedere a qualcuno di cercarla al posto loro. Più precisamente, è dedicato a tutte le persone, a cui di solito sono rivolte queste richieste di aiuto, e suggerisce loro un modo più o meno simpatico (a seconda dei punti di vista) per rispondere a queste richieste. A margine, il sito ha sviluppato anche un merchandising che possiamo tranquillamente ignorare, perché non è di alcun interesse. Al primo accesso, il sito ci mostrerà una pagina che dovrebbe essere nota a quasi tutti: la classica finestra di ricerca di Google. Anche l’uso è identico a quello di Google: scriviamo ciò che ci interessa cercare e poi lanciamo la ricerca. La differenza è in ciò che avviene dopo: mentre Google ci fornisce la lista delle possibili risposte alla nostra ricerca, Let me google that for you ci risponderà con un link. Questo link può essere aperto direttamente con un click, oppure copiato e spedito a un’altra persona, o ancora incollato in una pagina, in un messaggio e così via. Qualunque sia il modo in cui decideremo di usarlo, il risultato sarà lo stesso: aprendo il link, comparirà una pagina di Google, dove una semplice animazione in JavaScript eseguirà la ricerca che abbiamo scelto, scrivendo le parole all'interno del riquadro di ricerca e premendo il pulsante per avviarla. Questo è un esempio del suo funzionamento. Chi è interessato al funzionamento dello script, poi, potrà squartare e vivisezionare la pagina al suo primo caricamento (un bel CTRL+U, subito dopo aver cliccato sul link, oppure un passaggio per la console javascript del vostro browser), per capire come sia gestita l’animazione: di JavaScript ce n’è parecchio e sarà vostro divertimento scoprire a cosa serva ogni script. A seconda dei punti di vista, questo sito può essere considerato sia come un invito a cercare le risposte con le proprie forze, invece di appoggiarsi sempre ad altri, sia come una presa in giro nei confronti di chi si aspetta la pappa pronta, invece di arrangiarsi da solo. Alternativamente, può anche essere un semplice modo per replicare a un eventuale amico, che ha la tendenza ad abusare di noi e ci rompe le scatole per ogni stupidaggine. A titolo informativo, è possibile imbattersi con una certa frequenza in link provenienti da questo sito sui forum di lingua inglese, soprattutto se di argomento informatico: non lo considero un modo molto simpatico di rispondere, dato che spesso le domande sono poste in buona fede (è legittimo invece usarlo nei confronti di persone assillanti, che continuano a ripetere la stessa domanda, fino a che qualcuno non risponde – di solito in malo modo), ma sono pareri personali.

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