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Vede un ragazzo investire un uomo sulla cinquantina ma costui sparisce misteriosamente .
Arresta comunque il ragazzo, conosce i colleghi che non sono dei mostri di simpatia, anzi, ritrova anche l'uomo presunto investito.
Lo mette in cella assieme agli altri detenuti della notte ma costui sembra avere il potere di manipolare le menti degli altri.
Sarà una lunga notte per Rachel anche perché tutti quelli che sono all'interno della stazione di polizia hanno qualcosa di terribile da nascondere.
Anche Rachel.
Let us prey è un film che si presenta interessante sin dal titolo: quel prey si pronuncia esattamente come pray ma ha un significato totalmente diverso ( preda invece di pregare e comunque in quella forma lessicale dovrebbe essere usato un verbo e non un sostantivo, quindi sin dal titolo si è volutamente ambigui giocando con le parole).
E' un film ambientato quasi del tutto all'interno di una stazione di polizia che è situata nel bel mezzo di una città fantasma le cui vie sembrano abbandonate da tutti durante la notte uggiosa ed introduce quasi subito un personaggio ( a dir la verità si intuisce dai titoli di testa visto che arriva col mare in tempesta e con una pletora di corvi che accompagna il suo cammino) che dà poco spazio a dubbi e interpretazioni: è un demone o addirittura il Gran Cornuto in persona.
Brian O' Malley , esordiente nel lungometraggio dopo un paio di corti, gioca subito a carte scoperte.
Dichiara immediatamente il padre putativo di questo film , cioè il Distretto 13 carpenteriano, crea un clima di assedio esattamente come quello ma fa arrivare il nemico da dentro e non da fuori della stazione di polizia.
E lo crea con dei poteri straordinari affidati ad uno dei personaggi preferendo buttarsi a capofitto nell'horror.
Svolta anche semplicistica se vogliamo , ma rischiosa perché il rischio di esondare subito nella caricatura era forte.
E invece Brian O' Malley, grazie anche ad un pugno di attori niente male ( tra cui il magnetico Liam Cunningham nella parte del misterioso , anzi mefistofelico Six e Pollyanna McIntosh nei panni della vigorosa , ma fino ad un certo punto, Rachel), cosa assolutamente non scontata in un film di questo genere, riesce a creare un clima ansiogeno pesantissimo che quasi si taglia col coltello, tiene alta la tensione per tutta la durata del film e porta a casa il risultato anche se nel finale cerca di fare di tutto per buttare tutto alle ortiche.
E qui mi tocca spoilerare per riuscire a spiegarmi.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
Nella seconda parte del film assistiamo alle manipolazioni gentilmente fornite da Mr Six ( il nome del personaggio barbuto che sembra essere il Gran Cornuto in persona) ma soprattutto veniamo a conoscenza del passato recente ma anche lontano di tutti coloro che sono dentro la prigione, poliziotti compresi. Scopriamo che il sergente è un ferocissimo serial killer omosessuale e pedofilo, gli altri due poliziotti, tra di loro amanti, non esitano a calpestare la legge e a usare la violenza per tenere in riga gli abitanti di Invernee ( che poi dove saranno, boh!), la stessa Rachel nasconde un passato di abusi subiti e di fatti traumatici quando era bambina,
Dopo un bailamme sanguinolento scopriamo che Six è venuto per portarsi via tutte quelle anime perdute dietro ai vari peccati,no Brian ti prego! ma soprattutto è venuto per lei , ma perché Brian non ti potevi fermare appena un attimo prima, lei non riesce a resistergli, ti prego Brian fermati non andare oltre, lui la vuole come compagna, ecco Brian hai fatto la frittata, e tutto finisce in un bel bacio in mezzo a fiamme e corvi.
Brian il guaio è fatto; ma non potevi fare come Tornatore in Una pura formalità che lo spiegone te lo ricavavi tu dopo i titoli di coda?
FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER
Insomma cinque minuti finali che avrei volentieri evitato, a volte, anzi quasi sempre, è bellissimo restare nell'indeterminazione, gli spiegoni sono accessori che levano poesia ed efficacia soprattutto ad un genere cinematografico come l'horror che per definizione dovrebbe rimanere ammantato ,almeno molte volte sarebbe auspicabile, nel mistero.
O' Malley che aveva deciso di giocare tutto il film a carte scoperte decide di giocare così anche il finale che però non risulta all'altezza di quanto visto in precedenza.
Let us prey è però un film che assolve perfettamente al suo compito di spaventare e di intrattenere, non risparmiando neanche su effetti splatter di un certo impatto.
Per essere un film coprodotto tra Scozia ed Irlanda e finanziato con i soldi ( due sterline , ma proprio due ) della lotteria mi pare che si spinga ben oltre rispetto a quanto farebbero analoghi cineasti e produttori del Belpaese che accedessero ai finanziamenti statali.
E la domanda sorge sempre spontanea: perché loro si ( e si può dire che non hanno neanche troppi mezzi) e noi no?
Perché i loro horror hanno un look decisamente accattivante, "professionale", e i nostri horror, non che non siano non professionali, hanno un aspetto povero e trascurato a causa di fondi decisamente inadeguati?
Eppure il nostro Stato il cinema lo finanzia a suon di dobloni.
L'impressione è che però vadano nelle tasche di chi non avrebbe bisogno di tali finanziamenti....
PERCHE' SI : look accattivante, attori di buon livello, tensione per tutta la durata , splatter a livelli notevoli nella seconda parte.
PERCHE' NO : finale che rischia di buttare alle ortiche quanto di buono fatto in precedenza, tributo fin troppo evidente a Distretto 13 di Carpenter, film che gioca un po' troppo allo scoperto fin da subito.
LA SEQUENZA : la lotta col sergente totalmente fuori di testa.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
In Irlanda e in Scozia coi soldi delle lotterie ci finanziano cinema di genere e noi niente.
Questo è un film che potrebbe sfruttare un'ambientazione fantastica e invece si rinchiude tra quattro mura, meritoriamente.
Mai fidarsi totalmente dei tutori della legge. Il loro armadio potrebbe contenere scheletri terribili.
Forse questo è l'unico film scozzese o irlandese in cui non c'è neanche una scena al pub.
( VOTO : 6,5 / 10 )
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