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Letta d’Arabia, accattonaggio molesto

Creato il 04 febbraio 2014 da Albertocapece
Dategli qualcosa se non non se ne va

Dategli qualcosa se non non se ne va

Mi chiedo se qualche mendicante, vedendosi cadere nel cappello una moneta da due euro, pensi che il donatore abbia fiducia in lui e nel fatto che diventerà ben presto milionario. O se la stessa cosa accada al lavavetri all’angolo. Non credo proprio, ma purtroppo è quello che sembra credere il nostro questuante speciale, premier per gli amici, semplicemente perché il fondo sovrano del Kuwait ha investito qualche spicciolo, 500 milioni, nella Cassa Depositi e Prestiti quella che gestisce il risparmio postale degli italiani e molti investimenti di carattere pubblico. Quindi in una istituzione statale sempre ricattabile, non in una qualche industria, anche ammesso che vi siano rimaste.

Come in un bollettino di guerra Letta dice che questo smentisce i “disfattisti” e vaneggia di ” straordinari segnali di fiducia”, la canta chiara a quello scettico di Squinzi, ci manca solo che spedisca a Napolitano un telegramma: “Oggi alla testa delle chiacchiere vittoriose sono entrato in Kuwait City”. Firmato Badoglio. Purtroppo l’esagerazione, l’ottimismo tracotante e insincero lasciano sempre trasparire un fondo ben più miserevole: si tratta di una cifra modestissima per i padroni del petrolio e perfino per la stessa Italia, sulla quale tra l’altro il fondo kuwaitiano percepirà degli interessi che non sappiamo a quanto ammontano (non meno del 7% suppongo), ma che alla fine della fiera saranno gli italiani a pagare in qualche modo. Si tratta dunque per il Kuwait di una normalissima differenziazione di investimenti, il gettone rimasto, preso e messo dove non ci si aspetta perché sempre meglio che lasciarli infruttuosi. E per noi tutti di un ulteriore aggravio, visto che i nostri titoli di stato pagano meno.

Ora qualcuno si potrebbe chiedere come mai 500 milioni? Perché non 400 o un miliardo? Guarda caso il bilancio 2013 della Cassa Depositi e prestiti evidenza un utile in calo, pari a 2,9 miliardi tra cui – attenzione –   500 milioni derivanti da plusvalenze ” su partecipazioni di natura non ricorrente”. In parole povere sono utili che non ci saranno più quest’anno e quelli avvenire e il cui vuoto va colmato. Quindi visto che Letta d’Arabia gira per il deserto scortato dagli uomini della Cassa, non è difficile immaginare la mano tesa e il pietoso coro “cinqueciento milioni!” che risuona fra le dune.

Bè se qualcuno non era disfattista prima, ora ha tutte le ragioni per esserlo.

 


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