Letta discute di lavoro con CGIL, CISL e UIL

Creato il 24 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

In un contesto profondamente influenzato dalle dinamiche dell’economia e della finanza, dodici parlamentari hanno oggi chiesto al

Foto Niccolò Caranti, licenza CC BY-SA

Presidente Letta di dar maggiore visibilità alla figura della famiglia nella politica italiana, promuovendone le garanzie e la tutela che le sono proprie. Un deputato di Scelta Civica, Mario Sberna, ha infatti affermato all’occasione: “Vorremmo che il Presidente individuasse fra i suoi ministri un delegato che si occupi di famiglia in continuità e coerenza con il dettato costituzionale”. Quest’esortazione civile è stata sostenuta da altre personalità politiche del panorama istituzionale italiano, fra i quali possiamo citare Rocco Buttiglione, Giorgio Zanin, Raffaello Vignali e Lorenzo Cesa, ai quali potremmo aggiungerne alcuni altri. La ragione che ha mosso nella sostanza quest’esigenza civica e civile è essenzialmente una terna di articoli contenuti nella Costituzione, gli articoli 29, 30 e 31. In questi, infatti, si individuerebbe nell’esperienza sociale e formativa della famiglia il nucleo originario e connettivo dell’intera società. In altri termini vi sarebbe da cercare nella famiglia l’origine della fondazione e ricostruzione post-bellica della società moderna. A che pro, tuttavia, discutere di famiglia in questo momento piuttosto travagliato per l’economia italiana? In verità nulla è da riferirsi al caso. Il tutto sarebbe infatti da ricondursi direttamente ad alcuni aspetti attualmente sul tavolo delle trattative: l’adozione del fattore famiglia all’interno delle dinamiche sociali, il potenziamento del patto intergenerazionale, la revisione dell’Isee, nonché un rinnovamento integrale delle tempistiche fra lavoro e famiglia. Eppure, il discorso famiglia non sembrerebbe del tutto estraneo al dibattito sociale: “La Presidenza del Consiglio è già dotata di uno specifico dipartimento. Questi dovrebbe occuparsi essenzialmente dell’applicazione del Piano nazionale della famiglia, approvato dopo un lungo lavoro di sintesi ed una conferenza nazionale”. Da questa considerazione, dunque, prenderebbe il largo la richiesta di questi dodici parlamentari al Governo Letta.
Un governo che in questi stessi giorni è alle prese con la questione piuttosto incandescente del lavoro, almeno all’indomani della grande manifestazione nazionale, indetta dai tre maggiori sindacati, in Piazza San Giovanni a Roma. Proprio all’ombra di questo grande evento, il Premier Letta ha incontrato nella mattinata di oggi i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil: Angeletti, Bonanni e Camusso. Un incontro nato dall’esigenza di riconoscere e discutere al tavolo le ferite profonde del comparto lavoro che attualmente ammorbano il Paese. Letta ha dovuto dunque, in quest’occasione, prendere atto delle critiche radicali alzategli dai sindacati: una carente azione di governo nei confronti della drammatica situazione lavorativa. Insomma, come possiamo ben ricordare dai comizi di sabato a Roma, le accuse riguarderebbero essenzialmente il proliferare di annunci sterili da parte dell’esecutivo, quando in realtà il Paese è in spasmodica attesa di risposte concrete. Su questa piaga sanguinante si era già soffermata Susanna Camusso, e sulla medesima linea si era pronunciato Angeletti, mettendo in guardia il governo sull’importanza di ascoltare i bisogni dell’elettorato.
Nelle due ore di incontro di oggi a Palazzo Chigi, Enrico Letta ha discusso direttamente i contenuti del Pacchetto Giovannini, proiettati nella sostanza a curare le problematiche del lavoro. Al termine della riunione odierna, i sindacati hanno rilasciato alla stampa le proprie riflessioni congiunte: “L’intenzione del governo di adottare un provvedimento a favore dell’occupazione giovanile, incentivando le assunzioni a tempo indeterminato, e ha ribadito l’impegno di giungere rapidamente alla definizione del tema esodati”.

Articolo di Stefano Boscolo


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