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Letta e Napolitano dal vertice di CL a Rimini

Creato il 19 agosto 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

“Un’Europa malata di mancato sviluppo economico e sociale”, l’analisi che emerge dalle parole di Giorgio Napolitano durante il meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Una classe dirigente che non ha compreso i cambiamenti che la globalizzazione stava dettando al Mondo  e non ha operato in tempo, adagiandosi sulla “marcia trionfale” della crescita degli anni 90. L’invito a raccogliere le sfide della modernizzazione, ma senza cadere in tecnicismi e formalismi, che rendono il linguaggio delle istituzioni lontano da quello della vita quotidiana.

Enrico Letta, Politica

Photo credit: veDro – l’Italia al futuro / Foter / CC BY-SA

Il fenomeno della “fuga dei cervelli” viene ridimensionato nelle parole del Presidente della Repubblica, secondo cui, il muoversi verso altri paesi per studio e ricerca contribuisce ad arricchire l’Europa come Unione di paesi, mantenendo la propria identità culturale e “sublimando le proprie storie e vocazioni nazionali”. Il modello europeo proposto da Napolitano ricalca le parole di Benedetto XVI  citando valori civili, partecipazione e fratellanza. In particolare una nota di merito viene rivolta alla Chiesa Cattolica, che grazie al suo operato è indicata come argine all’impoverimento culturale che sembra dilagare in questi anni.

Sempre da Rimini arrivano le parole di Enrico Letta, secondo cui la priorità è una nuova legge elettorale, che verrebbe vagliata dal governo nel mese di Ottobre. L’invito poi a “non interrompere il cammino di speranza” intrapreso dal governo, puntando il dito contro i “professionisti del conflitto, che vogliono coprire il loro vuoto di valori e di idee con il conflitto permanente”. Secondo il premier chi opera per interessi personali verrà punito dall’elettorato ed appare evidente il riferimento alle frange del Pdl che minacciano di togliere il supporto al governo come ritorsione per la ratifica dell’ incompatibilità parlamentare di Berlusconi, in seguito alla sua condanna nel caso “Mediaset”.

“L’incontro tra partiti di diverso schieramento non vuol dire che la differenze scompaiono” secondo il Premier. Anche Letta guarda all’Europa descrivendo l’Italia come prossima ad uscire dalla crisi, ma a patto che l’UE si unisca per affrontare il mutato quadro mondiale, avvicinandosi ai cittadini e risolvendo i problemi anzichè crearli. Il paragone con gli Stati Uniti: “da cui la crisi è partita, ma i colpevoli siamo sembrati noi, per la nostra incapacità di uscirne”. In conclusione un appello alla “politica alta”, richiedendo responsabilità, trasparenza, costi ridotti e ricambio della politica.


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