Il governo Letta ottiene la fiducia alla Camera. L’esecutivo ha passato il varco con una maggioranza di 379 voti a favore, 212 contrari e due astenuti.
La giornata, pur dal voto abbastanza scontato, ha vissuto momenti di forte tensione durante il dibattito alla Camera, con le forti parole del Movimento Cinque Stelle, che per bocca del capogruppo Riccardo Nuti aveva attaccato duramente il premier Letta e anche la stampa, accusata di essere faziosa e al servizio dei partiti. Oltre a questo, Nuti aveva anche attaccato il neo membro della segreteria di Matteo Renzi Davide Faraone, accusandolo di essere “stato a casa di un pregiudicato”. Nonostante la richiesta di Faraone di parlare per fatto personale, il vicepresidente della Camera Di Maio ha rifiutato la richiesta, ricevendo vive proteste dai banchi del Partito Democratico. Nel suo discorso di replica e prima del voto di fiducia il premier Letta è tornato sulla questione, sferrando un attacco pesante e diretto al Movimento Cinque Stelle: “pensavo che le accuse di Grillo ai giornalisti Oppo e Merlo fossero una gaffe e immaginavo che si finisse ed invece vedo, collega Nuti, che lei ha rilanciato che o i giornalisti scrivono le cose che vi piacciono o vengono messi alla gogna. È inaccettabile. Che cosa dovrei fare io che ogni mattina leggo sui giornali le cose più strampalate, incredibili, scorrette e ingiuste dal mio punto di vista ma, caro collega Nuti, è il mio punto di vista e c’è una differenza di fondo perché se lei ritiene che un giornalista leda le regole delle nostre istituzioni può rivolgersi alla magistratura, tutto il resto fa parte del normale dibattito politico e democratico. Esprimo solidarietà al collega Faraone per le cose ingiuriose dette qui dal collega Nuti. Questa logica della delazione e accusa è inaccettabile”. Le dure parole del premier Letta sono state accolte da una salva di urla dai banchi del Movimento Cinque Stelle, mentre dai banchi del Pd, al contrario, si applaudiva all’interno del premier Letta e si gridava “fascisti!” all’indirizzo dei Cinque Stelle.