“Al mio funerale vorrei ci fossero tante donne, vestite di rosso, che cantano Bella Ciao.”
Ieri si sono tenuti i funerali di Franca Rame. Noi l’abbiamo ricordata qui. Una lettrice ci ha inviato la sua lettera dedicata a questa grande donna, da sempre divisa tra politica, femminismo, satira, teatro e scrittura. La condividiamo con voi.
Avevo una lettera per te, belle parole, tutte nella mia testa. Sono uscite sotto forma di lacrime, gli occhi lucidi e il magone. Non sono riuscita a dirtele altrimenti, avevo un groppo in gola terribile, non sono una scrittrice io.
Quando ho letto su internet, sulla bacheca di facebook di un amico, che Franca Rame era morta ho pensato che non era possibile, c’era un errore. Da qualche parte qualcuno aveva dato una notizia sbagliata. Ho controllato wikipedia, fonte del sapere 2.0 e mi è stato confermato. Non c’eri più. Non ci sei più. Non ti incontrerò mai in questo mondo, non ti stringerò la mano, non ti dirò quanto importante sei stata per me.
Ho deciso quindi di venire al tuo funerale. Non sono mai andata alla cerimonia di qualcuno che non conosco, non ho mai pensato prima che potessi farlo davvero. Però con te è diverso. Ai funerali ci può andare chiunque perché l’invito non serve, ma non questa volta. Tu ci hai invitate, una per una. Ci hai legittimato. Hai preteso la nostra presenza. Le donne che si amano, che amano il rosso vengano e cantino una canzone che celebra l’amore e le donne.
Stamattina per venire da te mi sono fatta bella. Mi sono lavata i capelli, mi sono truccata per bene e mi sono vestita di rosso come volevi tu. Avrei aggiunto anche un fiore nei capelli rossi, ma ho avuto paura che venisse frainteso come gesto di gioia. Invece era solo per essere bella per te. Perché tu eri davvero bella. Hai insegnato a tutte noi che non bisogna lasciarsi intimidire davanti a questa bellezza. Le donne belle esistono e non hanno niente di meno rispetto alle altre. Non dobbiamo dimostrare nient’altro, siamo belle come possiamo essere brutte, ma questo non ci sminuisce come persone.
Sei stata tu che mi hai fatto capire che lo stereotipo della donna “bella e basta” andava accantonato. Per anni mi sono finta stupida. Per altri svariati anni mi sono finta brutta. Poi ho visto te, sul palco. Bella, brava e intelligente. Ho capito che si può. Si può essere tutto oppure niente, ma lo si deve essere fieramente e fino in fondo. Essere belle non è una colpa, è solo genetica. Essere fiere di se stesse, amarsi, essere orgogliose di essere donne, queste sono scelte. Essere donne belle è una mera condizione fisica. Un concetto che per tante mie coetanee non è molto chiaro, ma tu ce lo hai insegnato.
Grazie Franca. Ho cantato bella ciao pensando a te, alla Guerra, alla lotta e alle donne. Grazie.
Violetta B.