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Lettera ad un indeciso tra Renzi e Grillo.

Creato il 23 maggio 2014 da Cristiana

Ad onor del vero avrei dovuto scrivere nel titolo “Lettera ad un indeciso tra M5S e PD” perché per me prima esiste il collettivo e poi i singoli. Anche se so che se domani Grillo impazzisse ed entrasse nel PD, il M5S morirebbe perchè oggi si regge sul carisma di uno, al massimo di due, compreso Casaleggio. Di uno, cioè, famoso che ha messo su un movimento con l’aiuto di un guru della comunicazione che gli dice ogni minuto ed ogni secondo cosa esattamente vuole sentirsi dire il Paese. Mi ricorda tanto gli ultimi venti anni.

Se invece accaddesse il contrario e cioè che Renzi abbandonasse il PD per entrare nel M5S, il PD reggerebbe. Ebbene sì. Questione di storia forse, ma anche racconto di una diversità anche se sì, è vero, Renzi catalizza consenso con il suo carisma più di quanto Veltroni, Franceschini o Bersani abbiano fatto.

Ma così sembro troppo di parte. Lo so.

Allora secondo me il tema è questo. Lo affronto da un punto di vista non politico, che è vero che sono in direzione nazionale del PD ma forse sono tra i pochi di quelli che stanno in Direzione Nazionale che ha un lavoro “non politico” e, come per la maggior parte del Paese, la mia giornata è scandita dal cartellino da timbrare, da colleghi di vario tipo, da persone che si incontrano per caso e quindi diverse. Diverse per classe sociale, per censo, per tutto. Le stanze del potere sono asfittiche e selettive, la strada ha di bello che ti porta addosso tutto.

Dicevo, il tema.

C’è un sacco di gente che vota Grillo perché ci crede. Bon, non voglio dire niente a te. Non condivido, ma ti rispetto. Fai come credi, è la dannata democrazia.

Poi ci sono quelli, tantissimi che “voto Grillo per dare un segnale al PD.”

Eh, no. Scusami, ma scrivo questa lettera proprio a te. E te la scrivo io che mi incazzo quando ricevo gli sms di Gasbarra targati “PD” che a Roma fa finta di essere il PD ufficiale che invita a votarlo, cioè lui o chi per lui, casca così in basso da confondere il bene collettivo con quello individuale, magari per farsi la zavorretta di voti e poi dire: “Ehi, se non vi piace il sindaco Marino come vedete dai miei voti, se volete, posso davvero sacrificarmi e candidarmi per quando siete comodi.”

E sul tema ho già ampiamente scritto qui.

Dunque dicevo che ti scrivo (a te che sei nel dubbio) io che nel PD non vedo ancora fatta tutta la rottamazione che volevamo e nemmeno vedo portati avanti i temi del nuovo millennio come vorrei. E chi lo nega, anzi. Non vedo tutto questo perché al governo c’è il PD del 2012 che non è-  e non sarà –  il PD del 2014: però questo dipende da te. 

Ti faccio lo scenario.

Se Grillo supera il PD (ecco questo è l’accostamento corretto), il PD di Renzi si indebolisce e quelli che sono avvinghiati al potere da anni si rafforzeranno e limiteranno la sua azione politica. Qualcuno da mesi lo aspetta al varco, alla prima difficoltà tenterà di limitarlo.

Se il PD, invece fa un grande risultato, ci sta che ci portiamo a casa le riforme e alle prossime politiche (magari presto così ci liberiamo anche dell’NCD) un segretario forte, finalmente candidato, possa finalmente fare la pulizia doverosa e mandare a casa tanta brutta gente, perché se noi del PD negassimo che nel PD c’è ancora tanta brutta gente da mandare a casa, fareste bene a venirci a portare davvero l’olio di ricino a casa.

Così. Secondo me, le cose stanno così. O diamo fiducia alla speranza di cambiamento o diamo un segnale di rabbia, come l’Italia ha fatto tante volte: all’inizio del fascismo, all’inizio del craxismo, all’inizio del berlusconismo. In momenti in cui il vecchio sistema stava cercando di “cambiarsi”, qualcosa si dirompente ha interrotto quel cambiamento sano, per distruggere e fondare, semplicemente, un regime diverso. Il grillismo, se me lo consentite, è questo. Abbiamo già visto. Soprattutto dato.

Io, per quanto gli voglia bene come a un fratello, non lo so se Renzi ce la fa a cambiare tutto come ha promesso da anni. Ma è l’unico che può provare a farlo in modo sano e poiché siamo in una democrazia, da solo non lo può fare.

Ora: il voto al PD è – certo – un voto anche  a lui (esprimete però le preferenze, mi raccomando, purtroppo ci sono e se ci sono tocca usarle) e, soprattutto, al PD come lo intendiamo noi.

Se questo PD non vince non è che viene qualcun altro ancora, semplicemente tornano quelli di prima, quelli che ancora non abbiamo cacciato del tutto. 

Se vince Grillo alle europee (ma non accadrà) semplicemente arrestiamo un percorso sano e non otteniamo nemmeno il governo del popolo, tanto Grillo la maggioranza non l’avrà mai. Avrà, come sempre, quel tanto che basta per fermare il cambiamento e non cambiare nulla.

I miei due centesimi per chi, oggi, è ancora in dubbio. E sono tanti, lo so.


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