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Lettera al Presidente Monti

Creato il 02 febbraio 2012 da Cortese_m @cortese_m
Lettera al Presidente Monti Caro Presidente, caro Monti, ho letto con stupore, non troppo per la verità, una Sua dichiarazione, un Suo ragionamento, nel quale ha “bacchettato “ i giovani – ahimè anche Lei non ha saputo resistere a questa tentazione, benché i giovani ormai hanno il pelo sullo stomaco – informandoli che il posto fisso non esiste più, e invitandoli a smetterla dal cercarlo, li ha quasi scoraggiati dal farlo perché un’esperienza monotona (forse lo è davvero..), infine incitandoli ad accettare, anzi a farsi una ragione perché ciò verrà comunque imposto a bamboccioni o sfigati di turno, un mercato e un mondo del lavoro più flessibile e dinamico, dove cambiare lavoro è naturale ogni tanto.
Nessun riferimento a polemiche o previsioni che riguardano l’articolo 18 ma probabilmente era implicito nel suo ragionamento…
Preso in maniera asettica ed avulsa dalla realtà del mondo del lavoro e della politica in Italia, questo ragionamento potrebbe riscontrare un certo favore, potrebbe essere potenzialmente corretto ed anche interessante per gli stessi lavoratori, effettivamente cambiare lavoro è stimolante e sarebbe anche un arricchimento per il lavoratore stesso.
Purtroppo siamo in Italia e le sue parole stridono, io Le ho trovate quantomeno infelici!
Mi lasci dire che al posto fisso è da un bel dì che i giovani non ci pensano e non ci credono più, ma non è questo che tormenta i giovani e pure i meno giovani... Il tormento vero è quello di non avere per nulla un lavoro – i dati Istat resi noti proprio ieri parlano di un 30% di disoccupazione tra i giovani – o di perderlo senza speranza alcuna di ritrovarlo, e nessun Governo degli ultimi 25 anni compreso il Suo finora ha mai proposto e messo in campo politiche serie, redditizie quantomeno per alleggerire questa piaga, anzi ogni giorno le cose peggiorano! Le uniche cose che sono cambiate in questi ultimi anni lo sono in peggio, precarizzazione del mercato del lavoro, delocalizzazione, cassa integrazione, mobilità… Queste le paroline magiche degli ultimi anni che si traducono in una sola parola che di monotono, glielo assicuro, non ha proprio nulla, ed è disoccupazione!
Invece di perdersi in chiacchiere pretestuose, per esempio sull'articolo 18, intanto faccia qualcosa di concreto per invertire la tendenza, anzi la deriva intrapresa dal mercato del lavoro del nostro Paese, poi potrà essere abbastanza credibile ed autorevole per chiedere anche sacrifici quali per esempio l'abolizione dell'articolo 18, che Lei sa molto meglio di me si applica soltanto ad una parte minoritaria del lavoratori italiani.

Fatti e non parole, di questo hanno bisogno i giovani, sono disposti anche ad annoiarsi per 40 anni in catena di montaggio pur di portare a casa onestamente uno stipendio sicuro e dignitoso per dare da mangiare ai propri figli.
nanni

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