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Lettera aperta a Dio

Creato il 24 febbraio 2014 da Rory
Lettera aperta a Dio

Il Crocifisso che parlò a S. Tommaso d’Aquino, custodito nella chiesa di S. Domenico Maggiore a Napoli

Disclaimer: lettera-sfogo piuttosto personale. Ho bisogno di scriverla e renderla pubblica come atto psicomagico per stare meglio quindi non temete se il suo contenuto vi risulterà altamente allucinante (o allucinato?).

Caro Dio,

tu che tutto vedi, probabilmente in questo momento leggi anche il mio blog, quindi voglio scriverti questa mia. Siamo sempre stati abbastanza vicini. Mi è stato imposto come nome “Veronica” che secondo la tradizione ebraica, che è quella che voleva seguire mia madre, è la vera icona di Cristo e siccome “nomina sunt consequentia rerum”, in qualche modo tu sei dentro di me e lo sarai per sempre. Per un lungo periodo della mia vita ti ho scacciato, non ti ho riconosciuto. Poi miracolosamente un giorno ci siamo avvicinati così, come due persone che s’incontrano per caso e si trovano subito bene insieme, come se si conoscessero da anni. Da allora mi sei sempre stato vicino e me lo hai dimostrato più volte, in cose piccole come in cose più grandi.

Poi è successo qualcosa che mai sarebbe dovuto accadere e che mi ha allontanata da te. Ho creduto che tu m’avessi abbandonata e che mi avessi voltato le spalle proprio nel momento del bisogno. Perché mai, mi domandavo, mi avevi fatto conoscere l’amore per poi strapparmelo brutalmente? Perché lo avevi permesso, ti chiedevo con rabbia? Perché mi hai dato molti doni, mi hai dato la bellezza esteriore ma hai acconsentito a che gli uomini mi usassero soltanto come la bambola che sembro, sicuramente bella ma priva di anima, da mettere in un angolo quando ci si è stancati di giocarci? E ti odiato in questi momenti e anche molto. Allora sono venuta a trovarti nella tua casa, a parlare con quel crocifisso con cui parlò anche S. Tommaso, sperando di non peccare troppo di presunzione e che come aveva parlato a lui, avrebbe detto qualcosa anche a me. Ed in un certo senso, è stato proprio così.

Allora ho capito che il male, purtroppo, non deriva da te ma dagli stessi uomini. E l’unico modo per non soffrire, per spezzare questa catena, perché il male genera solo altro male, è reagire facendo bene, perpetrando amore, che è la cosa più difficile che ci sia. Ci vuole una grandissima forza d’animo per fare bene quando si ha avuto soltanto dolore e nel cuore si ha qualcosa di simile alla morte. Qualcuno mi ha detto che quando si prova una grande sofferenza si è molto più vicini a te e che questo dolore ci prepara a vivere e a saper apprezzare le grandi gioie che ci saranno in futuro. Le cose brutte, come quelle belle, fanno parte della vita e per fortuna non sono destinate a durare in eterno. D’altronde in questa vita non siamo che di passaggio, quindi dovremmo tutti imparare a  non angustiarci eccessivamente e ad apprezzare quello che abbiamo di buono e in questo tu con me sei stato magnanimo.

Mi hai dato una famiglia che pur avendo i suoi problemi mi vuole bene, mi hai dato quattro sorelle splendide, mi hai dato l’amica di una vita che è Mara, una sorella acquisita che è Chiara che amo moltissimo, mi hai dato quell’angelo di Carmen, senza che mi metta a far elenchi, mi hai dato Enzo, Domenico e Simone e Davide che canta di notte solo per farmi felice, mi hai dato Pier che pur essendo lontano è sempre con me, mi hai dato anche le persone che leggono questo blog e che mi supportano come se mi fossero vicino a me e non sparse per il mondo. Mi hai dato la musica che è la mia vita, lunghe dita adatte a suonare e una voce che ho bistrattato per anni con alcol e sigarette ma è davvero bella. Soprattutto, dopo tanti anni di vuoto interiore, in cui non provavo assolutamente nulla, hai aperto di nuovo il mio cuore, mi hai reso di nuovo un essere umano capace di provare dei sentimenti veri e non soltanto dei surrogati di sensazioni.

Allora mentre scendevo la scalinata di pietra che conduce alla chiesa, senza la paura di cadere dai tacchi che ho di solito, ho realizzato che tu ci sei sempre stato e anzi, nonostante tutto, continui ad esserci sempre e comunque. Ho fatto male, ho ricevuto male, ho fatto soffrire ed ho sofferto ma devo partire proprio da questo per diventare una persona migliore, per imparare davvero dagli errori commessi e tentare di non riproporli ancora. Di colpo mi sono sentita alleggerita di quella terrificante oppressione che ho da quasi un mese al petto ed ho capito che probabilmente, per quanto abbia pianto abbastanza in questa vita, in futuro avrò ancora molte altre sofferenze ma potrò affrontarle con te al mio fianco e sicuramente mi saranno più lievi. Così concludo questa mia ringraziandoti sempre, per tutto.



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