cara Emma, chi ti scrive non è un fan né un hater, ma bensì una categoria che oscilla tra l’indifferente e curioso, ma che non si è fatta una idea ben precisa di te come artista e come personaggio di spettacolo (volevo scrivere showbiz, ma J Ax non apprezzerebbe).
Da quello che ho capito però è che sei una ragazza del tuo tempo, molto determinata nel prendersi il successo e tenerlo stretto, una ragazza semplice, ma non sempliciotta, di sani principi ed altrettanto sani valori, che ama la famiglia, che è pudica dei proprio sentimenti nonostante non si neghi mai all’abbraccio dei propri fan. E sopratutto ami la musica, perché come diceva Nietzsche “Senza Musica, la vita sarebbe un errore”
Tuttavia sei molto criticata, quando proprio non odiata. Certo, fai spallucce, dici di amare tutti e non odiare nessuno. Magari è vero oppure, come credo, una bugia che ti sei ripetuta tante di quelle volte che hai finito per crederci.
Ma, correggimi se sbaglio, l’affetto dei fan per quanto fantastico finisce per assuefare. Il fan è acritico, accetta tutto, non può essere quello il termometro del proprio successo e probabilmente hai bisogno di ulteriori conferme.
L’ultima volta che hai ricevuto apprezzamento disinteressato è stato per solidarietà femminile, quando il tuo fidanzato ti lasciò per Belen Rodriguez, non dico che non fosse un sentimento genuino, perché molte donne si sono identificate nella tua storia, e hanno saputo trovare un segnale positivo nel tuo modo di reagire e di non subire passivamente il gossip, ma diciamolo era anche un apprezzamento e una solidarietà che puzzava di commiserazione.
Sono però le polemiche recenti ad avermi spinto a scrivere questa lettera, la violenza verbale che una bella ragazza e cantante di successo si trova a subire tramite social, la sapida ironia sulla tua mise in quel di Copenaghen, le furiose critiche per un inglese non certo fluido, omettendo però la disponibilità di “prestarsi” e rendersi disponibile nonostante le proprie lacune. Se non ti fossi presentata alle interviste di rito avrebbero scritto che eri arrogante, altera, con la puzza sotto il naso, (tutte cose che per la verità continuano a scrivere) quando i tuoi comportamenti farebbero pensare l’esatto contrario.
Il mio consiglio è quello di non scoraggiarti, e nemmeno vergognarsi per un inglese maccheronico. un certo Kipling fu licenziato con la seguente motivazione “Lei, Signor Kipling, non sa scrivere in inglese e questo non è un asilo per scrittori dilettanti” dal giornale San Francisco Examiner, 1889.
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