Pubblichiamo parte del testo della lettera aperta inviata a Khamenei dal blogger iraniano Hossein Ronaghi-Maleki. Vi abbiamo parlato spesso di Hossein e della sua storia. Incarcerato la prima volta nel 2009, dopo le proteste contro la rielezione di Ahmadinejad, Hossein ha contratto una brutta infezione ai reni nel carcere di Evin ed è stato sottoposto a diverse operazioni. Rilasciato nel luglio del 2012, Hossein è stato arrestato nuovamente pochi mesi dopo per aver portato soccorso – insieme al atri 34 volontari – alle vittime del terremoto nell’Azerbaijan iraniano.
“All’Ayatollah Khamenei,
Sono Hossein Ronaghi Maleki, un prigoniero politico incarcerto nel carcere di Evin, nel braccio 350. Ho deciso di scriverLe questa lettera perchè io credo che Lei Eccellenza, viaggiando in varie città e province del Paese, deve fortemnte voler conoscere le sfide e le difficoltà che il popolo sta attraversando.
Ayatollah Khamenei,
questa estate alcuni connazionali in Azerbaijan hanno passato l’esperienza di un terribile terremoto che ha distrutto le loro vite e i loro affetti. Dopo lo shock, il clima rigito e le promesse non mantenute dal Governo, hanno accresciuto le loro difficoltà quotidiane. Due mesi dopo il terremoto, 120,000 persone vivono ancora in tende temporanee, sotto il freddo e le rigide condizioni dell’inverno. Questo, mentre il Governo spende cifre esorbitanti per tour nella provincia o viaggi con le loro famiglie per partecipare ai meeting annuali delle Nazioni Unite. Senza parlare dei soldi inviati alla Siria, al Libano e ad altri Paesi (N.d.A: si veda, ad esempio, i soldi che l’Iran invia per finanziare Hamas o il terrorismo in Iraq).
Signor Khamenei,
Non fu una dimostrazione di indifferenza il viaggio di Ahmadinejad alla Mecca durante il periodo del terremoto ? Non fu indifferenza la decisione di IRIB (Iran’s National Broadcasting System), di giustificare mediaticamente l’arresto dei volontari partiti per l’Azerbaijan, giustificandolo come una questione di sicurezza nazionale?
Ayatollah Khamenei,
Probabilmente nessuno l’ha informata della presenza spontanea di lavoratori e volontari che, dopo il terremoto, hanno deciso di abbandonare le loro vite quotidiane per soccorrere le vittime della tragedia. Sfortunamente, invece di essere apprezzati, questi volontari sono stati picchiati da agenti in borghese e da agenti del Ministero dell’Intelligence. Forse, come Guida Suprema, Lei può dare una risposta alle nostre domande.
Signor Khamenei,
Io sono uno dei tanti volontari che sono stati picchiati e arrestati per aver steso una mano di fratellanza e dimostrato umanità alle vittime del terremoto. La risposta a questo mio gesto spontaneo di supporto alle vittime, sono stato costretto a sopportare un giudizio arbitrario e il comportamento degli apparati dell’intelligence e della sicurezza. E’ quindi inappropriato che io chieda a Lei, Guida Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, di far rispettare la legge e punire coloro che hanno mentito davanti alla Corte? Oggi le strutture del potere iraniane ignorano la legge, privano i cittadini dei loro diritti fondamentali, determinando unicamente un incremento della distanza tra popolo e governo.
Come il rinomato poeta Saadi disse una volta:
Gli esseri umani sono membri di un tutto,
Se un membro è afflitto dal dolore,
Gli altri membri non potranno rimanere indifferenti.
Se tu non hai empatia per il dolore umano,
Il nome di essere umano non potrai mantere.
Con rispetto,
Seyed Hossein Ronaghi Maleki,
Prigione di Evin, Braccio 350″