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Lettera aperta a Mario Desiati

Creato il 22 gennaio 2015 da Temperamente

Caro Mario,

poco tempo fa ho seguito la presentazione del tuo Mare di Zucchero a Molfetta (sono la ragazza riccioluta che stava tra le primissime file, sono andata via un po’ prima della conclusione… perdonami!) e mi era piaciuto il tuo modo semplice e anche “speranzoso” di porti come giovane scrittore, che vive a metà tra la sua bella Puglia e Roma.

Tuttavia, mi ha lasciato interdetta leggere nell’articolo Puglia terra di non lettori, e di cittadini meno liberi, pubblicato su bari.repubblica.it, questa affermazione: siamo un territorio destinato a essere vissuto da gente meno libera e più condizionata.

Mi ha fatto male al cuore, per diversi motivi. Anzitutto l’esordio: La Puglia è una regione di non lettori, stando ai dati Istat degli ultimi due anni. Certo, ma le statistiche cercano di leggere la realtà e questa – lo sappiamo – è molto più complessa, quindi ho modo di credere che la situazione non sia così negativa come attestano i dati. Avrei desiderato, a tal proposito, un tuo “sebbene”, una qualsiasi congiunzione o espressione che aprisse alla possibilità di andare oltre parametri statistici.

Secondo l’Istat, come tu stesso riporti, quasi tre pugliesi su quattro non hanno mai sfogliato un libro negli ultimi due anni. Di conseguenza la Puglia risulta penultima come lettori di libri (non voglio credere che solo il 26,8% dei pugliesi abbia preso in mano uno o più libri in 365 giorni. Ecco, traduco in numeri anch’io il tempo) e penultima anche nella classifica degli e-book (a questo non baderei eccessivamente, forse siamo semplicemente più romantici e non sappiamo ancora staccarci da carta e matita, orecchie ai libri e loro profumo. Insomma, pazienza se per adesso solo il 12,1% dei lettori della Puglia abbia scaricato libri digitali). Dopo di noi c’è la Basilicata, ma questa è un’altra storia che suscita comunque alcune considerazioni, ma le tacerò.

Finalmente, un eppure nel tuo articolo, quando sottolinei la ricchezza della storia pugliese, abbracciando cinema, letteratura e persino politica. Tanti scrittori, pochi lettori, sostieni. Ma questa è la situazione di tutta la nostra bella penisola. Siamo un popolo di raccontastorie, romanzieri, parolieri. Preferiamo dire la nostra, piuttosto che ascoltare o leggere i racconti degli altri!
Siamo troppo produttivi e poco meditativi, forse. E se in Puglia di scrittori ce ne sono tanti, sarà anche perché la realtà che viviamo – fatta spesso di difficoltà, ostacoli, disoccupazione, ma anche innovatività, tenacia, integrazione, incontri, scambi – quasi ci “impone” – certamente ci induce! – a scrivere, per evitare che certe storie singolari si perdano. Abbiamo, insomma, bisogno di sostenerci, di dire che ce la possiamo fare, che esistono strade percorribili, oltre la sola emigrazione.

Per questo, anche se continuano a chiudere le librerie, le biblioteche sono baluardi che lottano negli spazi difficili della burocrazia, in molti paesi non ci sono punti vendita che riescono a reperire le novità editoriali, i professori delle scuole sono spesso abbandonati al loro destino, ultimo presidio di libertà, come tu a ragione sostieni, finché ci saranno iniziative di promozione alla lettura (fossero anche semplicemente mediatiche), associazioni che raccolgono e distribuiscono libri, intellettuali e docenti che organizzano presentazioni e incontri con autori, c’è ancora speranza.
C’è ancora possibilità  di dirci che leggere è libertà
.

Piuttosto che fermarci a descrivere una realtà che si presenta problematica e petrosa, in cui a volte mancano i mezzi e gli strumenti, valorizziamo il carsismo intellettuale che ci caratterizza.
C’è una fibrillazione culturale, caro Mario, che spesso resta sottoterra, come le grotte e le formazioni carsiche di cui è piena la nostra terra di Puglia, ma di cui poco sappiamo.

La sollecitazione, allora, è a rileggere i dati Istat alla luce di proposte concrete e nuove, che stimolino piuttosto che amareggiare, che sappiano guardare oltre piuttosto che definire confini di negatività.

La libertà è sempre una conquista, ma ogni traguardo presuppone un cammino. Che dici, Mario, le tracciamo insieme le rotte?


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