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Lettera aperta di don Aldo Antonelli alla Direzione del PD

Creato il 26 luglio 2013 da Tafanus
Ricevo questa lettera aperta dell'amico don Aldo Antonelli, che pubblico volentieri, condividendo molti punti. Tafanus
Aldo-AntonelliPremetto che non so con che termine rivolgermi a voi, considerato che il termine “Compagno” lo avete radiato dal vostro vocabolario come se fosse una parolaccia, ed il termine “Amico” mi rimane ostico usarlo in questo contesto, per via dell’antico sapore democristiano di cui è latore.
Non vogliate, comunque, innalzare barriere di preventiva diffidenza se vi dico che chi scrive è un prete: prete e parroco ma vecchio militante e tesserato PCI, che ha sempre votato PD, sin dalla sua nascita, anche se mai iscritto al partito. Sì! Ho sempre votato PD, fino alle ultime consultazioni che mi hanno visto per l’ultima volta come vostro elettore. Ormai sono politicamente orfano in transumanza e mi porto dentro un mondo di delusione e di amarezza, come di chi si sente lacerato per dover separarsi da una parte di sé cui ha dato parte di tempo, molta energia e una carica di passione.
Siete diventati il contrario di voi stessi, al punto di non riconoscervi più come partito di sinistra.
In campo sociale siete diventato un partito in cravatta, avete dismesso la tuta blu dell’operaio e vi siete rivestiti di quel perbenismo borghese che vi fa più organici alla piatta gestione del potere che al suo rigoroso controllo.
In campo economico, là dove si fonda la reale identità della sinistra, avete cominciato a fornicare col liberalismo di destra, pur combattendone le versioni estreme dell’ideologia Reaganiana e Thatcheriana.
Politicamente siete diventati concubini di secondo letto con i conservatori di centro e di destra.
Siete diventati, insomma, ciò che Enrico Berlinguer rimproverava agli altri partiti: “macchine di potere e di clientela”.
Senza nemmeno turarvi il naso vi siete gettati in braccio alla persona più immonda e presuntuosamente immorale che sia mai esistita, al punto da farvi dettare quotidianamente il programma dettagliato dell’Ordine del giorno.
Sembra che la politica delle “larghe intese” sia diventata una rampa di lancio per il PdL ed una camicia di forza per voi.
Persa la vostra identità di sinistra avete perso anche l’orientamento.
Prigionieri delle miopistiche politiche di piccolo cabotaggio, vi siete dispersi nei vicoli cechi dei calcoli di immediato tornaconto e vi siete divisi nel labirinto correntizio delle tifoserie personali.
In questi ultimi anni siete vissuti di rendita e non c’è bisogno di grande preveggenza per costatare che siete, ormai, arrivati, al finecorsa.
Dando così ragione a Robeert Michels che in tempi non sospetti ebbe a predire che "ogni partito di sinistra che insiste nel disputare spazio all'istituzione borghese finisce irrimediabilmente per essere da questa fagocitato, invece di trasformarla" (Cfr. I Partiti politici).
Avete voluto essere maggioranza a tutti i costi e siete scomparsi nel panorama di una sinistra alta e altera, dignitosa e significativa per la crescita e la maturazione di un popolo.
Una malattia vecchia, additata come pericolosamente infettiva già negli anni cinquanta da un altro, grande prete, don Primo Mazzolari, che avvertiva: «L'aspirazione di un partito onesto non dovrebbe essere quella di diventare maggioranza a qualunque costo e al più presto. Mantener fede ai propri principi, riuscire a farli penetrare negli avversari, vale molto di più del governare con compromessi ignobili onde suddividere gli utili del condominio».
Aldo Antonelli, parroco
Avezzano, 26 Luglio 2013

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